Eruzione di “monnezza”

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Emergenza rifiutiLa questione “smaltimento rifiuti” è tornata a fare notizia presso tutti i media italiani e, più in generale, europei. Entrando più nello specifico, si sente sempre più spesso parlare della questione riguardante la costruzione di una seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio.

Da circa un mese ormai, è in atto una sorta di guerriglia scatenata dagli abitanti di Terzigno e Boscoreale, due località situate nei pressi del Vesuvio, alle quali si sono opposte le forze dell’ordine locali.           Questi cittadini da tempo si lamentano della scarsa attenzione dedicata allo smaltimento dei rifiuti, problema da tempo presente in tutta la Campania. Dopo la decisione da parte dei responsabili  riguardo la creazione della discarica nel parco nazionale, si è verificato il cosiddetto fenomeno della “goccia che fa traboccare il vaso”: a Terzigno e Boscoreale i cittadini, verso le ore serali, hanno dato via a delle manifestazioni non violente, seguite poi da veri e propri atti di vandalismo nei confronti di strutture pubbliche locali. Con la risposta da parte delle forze dell’ordine non sono mancati alcuni feriti ed arresti, che però non hanno frenato le persone in collera che continuano a danneggiare strutture e minacciare le autorità locali. In questi ultimi giorni, poi, la situazione sembra davvero aver raggiunto il culmine: alcuni gruppi di persone hanno e insultato i camionisti che guidavano i camion dell’immondizia diretti alla discarica già esistente, poi, con l’ arrivo delle forze dell’ ordine, hanno tentato anche l’assalto degli stessi camion per lanciare dall’alto molotov e fuochi d’artificio. Dunque, alla luce degli ultimi avvenimenti, che cosa hanno fatto gli amministratori locali, e cosa hanno detto in risposta alle vicende svoltesi negli ultimi giorni nel Parco Nazionale del Vesuvio? Ecco alcune dichiarazioni da parte di chi è dalla parte dei cittadini Campani, e di chi, invece, cerca di allungare i tempi della decisione definitiva, come hanno dichiarato alle TV e alla stampa locale.

 

Dalle dichiarazioni di Bertolaso, capo del dipartimento Protezione Civile, per quanto riguarda la questione delle discariche gestite male e abusivamente in Italia.

“Voi sapete, forse, che uno degli indicatori principali per capire se una discarica  funziona o meno, sono i gabbiani. Quando ci sono i gabbiani significa che c’è del materiale organico che non è stato nascosto, depositato o sversato nel modo giusto. Non è solo un problema d’odore. L’odore ci può essere o non ci può essere, dipende anche dalle condizioni meteorologiche, da come tira il vento. La presenza dei gabbiani è il segnale preciso se una discarica funziona o se è una discarica organizzata alla bell’e meglio. A me  personalmente, nel vedere certe immagini, e nelle mie ispezioni improvvise presso le discariche, non sembra d’aver visto mai molti gabbiani.


Dichiarazione di Ugo Leone, presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, in risposta alle dichiarazioni di Bertolaso.

“Intanto però la discarica di Terzigno è sorvolata da gabbiani giganteschi e la gente di Boscoreale, il paese più vicino, ha passato l’ intera estate chiusa nelle proprie abitazioni a causa della puzza. In Campania la raccolta differenziata si applica a stento al 20% del totale dei rifiuti. Così, nelle discariche non finisce solo il secco, ma viene sversata la spazzatura “tal quale”, con una percentuale di umido che raggiunge anche il 30 %. La putrefazione dei rifiuti organici dà origine a liquami infetti – il cosiddetto percolato – e all’emissione di biogas. E non basta: nell’aprile scorso una delegazione europea è venuta a ispezionare la discarica. Judith Merkies, la deputata olandese che guidava la delegazione, ha frugato a mani nude tra la spazzatura e ha trovato un fusto di rifiuti tossici. Proprio la Merkies ha dichiarato che, in caso di apertura di una seconda discarica, l’Italia può scordarsi i 145 milioni di fondi europei stanziati per risolvere l’ emergenza Campania.”

Tutto ciò che  i cittadini disperati di Terzigno e Boscoreale hanno ottenuto, per il momento, è un rinvio della decisione definitiva per quanto riguarda la creazione di questa discarica. Ciò non ha fatto frenare i più disperati che continuano con la loro rivolta, e non sono cessate le lamentele da parte di chi, come lo stesso Ugo Leone, critica e si oppone in maniera più civile alle decisioni e dichiarazioni varie di Bertolaso e Berlusconi.

Dunque, in caso venga approvato il progetto, e venga dato dunque il “via” alla costruzione di questa nuova discarica, quali saranno le conseguenze, oltre alla puzza, ai gabbiani e all’ addio di 145 milioni di euro che il Parco nazionale del Vesuvio dovrà riscontrare sul proprio territorio? Il Parco è nato per difendere l’integrità del territorio vesuviano e la sua biodiversità, che è costituita anche di prodotti agricoli tipici di queste terre vulcaniche: il vino Lacryma Christi, le quasi 50 varietà di albicocche, il pomodorino del piennolò, che proprio un anno fa aveva ottenuto l’indicazione geografica tipica. E’ evidente che la presenza di rifiuti può causare il degrado del territorio e la perdita delle sue particolarità. Infine, anche se ciò non avvenisse, basterebbe solo la pessima pubblicità a mettere in crisi l’agricoltura locale.

 

Luigi Botta (2C)

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