Esperienze di un Sindaco

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“Mamma, mamma! Guarda! C’è il sindaco!”

«Sono questi i momenti che mi fanno apprezzare il mio lavoro», sostiene Gianni Da Ronco, il sindaco di Alpignano, «mi danno la sensazione di essere utile alle persone della mia cittadina e di far loro del bene».

Ma qual è il lavoro del sindaco? Qual è il suo potere, la sua funzione?

Abbiamo posto queste domande al Sindaco di Alpignano, il quale ci ha risposto in modo chiaro ed esauriente.

Può sembrare un lavoro semplice ma non è così, poiché oltre ad avere numerose responsabilità bisogna riuscire a conciliare la vita lavorativa e quella familiare.

Di questo, però, parleremo in seguito.

Il Sindaco è l’organo responsabile dell’Amministrazione ed è il rappresentante del Comune.

Il suo lavoro è diviso in due fasi: quella istituzionale, ovvero la pianificazione della città, la nomina degli assessori e tutto ciò che rientra nella parte burocratica e quella meno istituzionale e più vicina ai cittadini.

«Ho avuto la possibilità di conoscere due tipi di sindaci: quelli che trascorrono la loro giornata in ufficio e quelli che escono dal municipio e passeggiano per la città osservando le persone e intervenendo là dove ce n’è bisogno. Personalmente ho scelto di abbandonare per qualche ora il mio ufficio e fare una passeggiata al parco» dice il signor Da Ronco.

Il sindaco non è l’unico a governare la città; elegge infatti gli assessori, i quali andranno a formare una giunta.

Quest’ultima si riunisce una o due volte alla settimana, in casi eccezionali tre, ed ha il compito di licenziare il bilancio della città e decidere come organizzare il comune.

Ci sono due tipi di giunta: quella politica, riservata agli assessori e al sindaco, e quella aperta al pubblico, nella quale vengono votate le delibere di giunta che servono a dare la possibilità alla città di svilupparsi.

«L’elezione del sindaco, a parer mio, è la più democratica» sostiene sempre il sindaco di Alpignano, «Perché il cittadino oltre a votare la lista si può scegliere anche il politico».

A questo punto dell’intervista abbiamo deciso di passare ad una parte più personale, ovvero la conciliazione fra la vita privata e il lavoro all’interno della vita del signor Da Ronco.

Riguardo agli orari, personalmente, pensavo alla solita routine che potrebbe avere un imprenditore o un avvocato ma le mie idee sono state smentite.

«Non ho orari precisi, posso andare a lavorare alle sei come alle nove, dipende dai miei impegni e dalle riunioni che solitamente fisso dopo le diciotto per dare la possibilità a coloro che hanno altri lavori di non dover prendere ore di permesso.

Per quanto riguarda la famiglia cerco di mantenere un buon equilibro tra le questioni lavorative e quelle familiari. La regola principale è lasciare lo stress legato al lavoro fuori di casa e trascorrere i momenti in famiglia il più serenamente possibile.

La mia fortuna è quella di avere una moglie e dei figli che mi sostengono sempre e mi seguono ovunque».

Naturalmente per diventare sindaco non basta svegliarsi e dire “Oggi mi candido alle amministrative”, bisogna avvicinarsi al mondo della politica attraverso cariche minori.

Il signor Da Ronco fece lo scrutatore alle elezioni politiche nel 1983, qualche anno dopo fu tesserato del partito socialista e fu componente della consulta giovani. Oltre ad essere sindaco è anche commercialista e, nel corso della sua vita, ha lavorato come assessore, vice sindaco e consigliere comunale.

Avere una carica politica comporta delle grosse responsabilità, tra le quali la vita e la sicurezza dei cittadini.

In caso di allerta meteo bisogna giocare d’anticipo poiché nel caso succedesse qualcosa la colpa ricade sul sindaco.

Il signor Da Ronco, però, ci spiega che è quasi impossibile evitare che i cittadini si mettano in condizioni pericolose dal momento che c’è sempre qualche curioso che si spinge in posti recintanti o vietati poiché pericolosi.

La vita da sindaco è faticosa ma porta anche molte soddisfazioni.

La maggiore del sindaco di Alpignano, oltre a quella di aver fatto un buon lavoro, è quella di aver creato un piano regolatore della città.

Per piano regolatore si intende uno strumento che regola l’attività edificatoria all’interno di un territorio comunale; decide quindi il colore delle case, l’altezza che possono raggiungere, la posizione, ecc.

L’ultima domanda che gli abbiamo sottoposto è la provenienza dei soldi che arrivano al comune.

Le fonti principali sono le tasse che i cittadini pagano, come l’Imu, l’Irpef, la Tasi e altre imposte. Altri soldi provengono dallo stato ma a causa della crisi sono sempre meno.

Abbiamo così concluso la nostra intervista, con l’idea che a volte un lavoro può dare molte soddisfazioni e non per forza deve escludere la vita privata.

Elena Davico (2F)

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