Estinzione della lingua? No, grazie!

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Il linguaggio quotidiano dei giovani è in continua evoluzione: tra qualche anno i “codici” giovanili usati adesso, saranno già fuori moda e verranno sostituiti da altri codici ugualmente incomprensibili. La nascita degli sms, con la necessità di usare il minor numero possibile di caratteri, ha contribuito all’acceleramento di questa tendenza alle abbreviazioni, con l’omissione delle vocali ovunque possibile. Ma alcuni ragazzi si esprimono con questi modi, non solo nella vita virtuale, ma anche in quella reale, con i loro coetanei che naturalmente capiscono senza nessuna difficoltà il discorso dell’amico. Il linguaggio dei giovani infatti viene ignorato dagli adulti (affinché questi capissero il linguaggio delle nuove generazioni sarebbe necessario scrivere un “Vocabolario della lingua giovanile”!) Ma questo fenomeno, non è nuovo, anche durante il Medioevo esistevano linguaggi criptati, sovente specifici a un mestiere. I fornai, i carpentieri, i tessitori, creavano neologismi per indicare un loro movimento, un utensile… D’altronde anche noi sembra di essere “storditi” quando due medici parlano tra di loro oppure due esperti di informatica. Ci sono persone che pensano che i giovani non parlino bene l’italiano dato che hanno sempre in mano il telefonino, pronti a mandare sms; Io sono contraria, perché ci sono ragazzi che, nonostante scrivano in continuazione sulla “piccola scatolina di comunicazione”, parlano benissimo l’italiano e sono eccellenti negli studi. Ci sono invece ragazzi che non conoscono bene l’italiano per altri motivi, come per esempio nei paesi dove si parla in dialetto e che sono “abbandonati a sè stessi”, quindi devono fare più sforzo degli altri per raggiungere il loro livello. I ragazzi non usano solo sms, facebook, msn o altri social network per informarsi, guardano anche i telegiornali e molti leggono giornali, quindi non bisognerebbe preoccuparsi dell’ “estinzione della lingua” in modo così ossessivo (se così si può dire) perché non saranno di sicuro gli sms a porre fine a una lingua consolidata da così tanto tempo come è l’italiano.

Giulia Chianale (2B)

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