EU passports holders only

Tempo di lettura: 2 min

 

Sembrerà un terribile controsenso, ma puoi dire di aver lasciato casa per tornare a casa.  Due case diverse – s’intende. La prima quella che in sei mesi hai imparato a definire tale, quella da cui, da Luglio a Dicembre, sei uscito la mattina e tornato la sera e la seconda quella con la C maiuscola che casa lo sarà sempre e che ormai da un mese è tornata ad esserlo a tutti gli effetti.

Ti sei lasciato alle spalle la spiaggia assolata e con ancora le infradito ai piedi e la sabbia ovunque, salendo sull’aereo, hai chiuso in una scatola il paese del surf, della terra rossa, di Uluru, della barriera corallina, della Sydney Opera House, del football australiano, del barbeque in giardino, della Vegemite, Skippy the Bush Kangaroo, dei Lamingtons, le meat pies, i Koala, il cricket, Ned Kelly, i bush rangers, il not-in-my-backyard, Kylie Minogue, gli ACDC, Nicole Kidman, Hugh Jackman, Heath Ledger, the Hills Hoist (uno stendibiancheria di cui gli australiani vanno particolarmente fieri), gli aborigeni, il boomerang, il didgeridoo, Surfers Paradise, Bondi Beach, i coccodrilli, i serpenti, gli squali, le meduse a scatola e ogni cosa che ti uccide appena la guardi, i g’day mate, la tranquillità, l’affabilità, la lentezza… Tutto chiuso in una scatola di ricordi piena di conchiglie, vecchi foglietti, biglietti del pullman, del cinema, dei musei, monetine varie, foto che già sembrano ingiallire…

Chiuso per ventiquattrore in una capsula di metallo pressurizzata, ti trovi indietro nel tempo e la fredda, umida, grigia nebbia di Malpensa ti dà il benvenuto sibilando cattiva “Sei a casa…”, grazie tante.

E’ tutto il volo che, mentre tenti di tenerti ancora aggrappato a qualcosa che hai il terrore ti sfugga tra le dita, voci italiane a tutto volume continuano a infastidirti, come a volerti buttare giù dal letto, l’italiano non ti era mai suonato così strano. Gente che si lamenta dell’ultimo provvedimento del governo, che urla a quello davanti di smetterla di parlare al telefono che farà cadere l’aereo… Ti metti le cuffie e cerchi di non pensarci, ma la certezza di essere a casa sembra premere contro ogni lato della tua testa e mentre onde, sabbia e sole sfuggono, eccoti di nuovo in Italia, il paese dell’arte, delle piazze, del “ciao bella”, della pasta, della pizza, della vespa, la cinquecento, Roma, i canali veneziani e le sue gondole, la torre di Pisa, Michelangelo, Leonardo, il Vaticano, il cibo che tutti decantano adorano e imitano, la Ferrari, Fellini, il caldo e il mare del Sud, le manifestazioni, la dolce vita, il calcio, la nutella, l’alta moda, la Fiat, la sindone, le montagne innevate del Nord, il vino, le colline toscane, il Colosseo, il caffè, il Campari, Pavarotti, il giro d’Italia… Con la mente invaza da queste cose scendi automaticamente dall’aereo e come metti piede a terra non c’è più niente che menta, sei in Italia, come sospira la gente per la lentezza della coda o le persone che passano davanti.

Sospiri e tranquillo rimani ancora un po’ nella bolla nostalgica che ti sei creato, ma -devi ammettere- alzare gli occhi e andare verso il cartello “EU CITIZENS ONLY” è stranamente bello.

 

Maria Perotto (4C)

178810cookie-checkEU passports holders only