A pochi giorni dal voto, Fassino, Musy e Coppola, i tre candidati sindaco che appartengono ai tre principali schieramenti, sono impegnati in un dibattito per loro inconsueto. Infatti la platea che ascolta è costituita dai nuovi elettori, ragazze e ragazzi neomaggiorenni che sono chiamati alla loro prima votazione. Così questa è senza dubbio un’ottima occasione per seguire da vicino e senza filtri i candidati, con la possibilità di intervenire ponendo domande. In ordine alfabetico, si parte da Fassino. Sì è vero, ci sarebbe prima Coppola, ma arriva con mezz’ora di ritardo causa saluto ai salesiani.
Piero Franco Rodolfo Fassino, 62 anni, ha alle spalle un’enorme carriera politica iniziata da giovane proprio come consigliere comunale a Torino. È stato inoltre segretario del PCI a Torino, tre volte ministro, segretario nazionale dei DS e per ultimo uno dei fondatori del PD. Tra i suoi impieghi, ha occupato una parte importante la politica estera ed è attualmente inviato speciale dell’Unione Europea per la Birmania. Insomma, Fassino può vantare una singolare esperienza e una fitta rete di conoscenze che potrebbero permettere a Torino di confermarsi non solo fra le più importanti città italiane ma anche di inserirsi fra le più importanti a livello europeo. “Per la prima volta i figli rischiano di avere meno occasioni dei padri” inizia l’ex segretario dei DS “ed è arrivato il momento di restituire certezze ed eliminare questa precarietà esistenziale costante”. L’obiettivo è dichiarato: creare lavoro. Per farlo, è necessario “attivare investimenti rendendo la città più attrattiva. Attrazione vuol dire anche investire sull’ambiente, creare le condizioni per cui la città divenga un luogo più gradevole dove vivere e dare più dignità all’istruzione”. Investimento necessario pare essere proprio quello sul sapere perché “più sai e più opportunità hai”. L’intervento di Fassino si sofferma poi nell’elogiare quanto di buono fatto dalla giunta attuale, da quel Chiamparino che gode di un’importante fiducia tra i torinesi. La strada da percorrere dunque è quella già avviata dall’attuale sindaco: rendere la città da una parte più interessante al resto del mondo e dall’altra cercare di “estendere la qualità di vita del centro anche alle periferie”. Applausi del pubblico e parola girata al candidato del centrodestra, nel frattempo arrivato, Michele Coppola.
È il più giovane dei tre ed è proprio su questo aspetto che gioca nella battaglia contro il suo rivale numero uno, Fassino. Il suo obiettivo dichiarato è quello di diventare sindaco, ma si sa che già strappare il secondo turno sarebbe un risultato non di poco conto: Torino infatti è da 18 anni che ad ogni consultazione si esprime sempre verso lo schieramento di centrosinistra. Dagli ultimi sondaggi pare che Fassino si aggiri proprio intorno al 50%, ma rispetto a un mese fa la percentuale è calata di un preoccupante 7%. Staremo a vedere, di sicuro la lotta è un po’ più avvincente rispetto alle comunali di cinque anni fa quando Chiamparino ottenne un 66% e lo sfidante Buttiglione si fermò addirittura sotto il 30%. Nel suo intervento Coppola, assessore alla cultura della giunta Cota, critica l’operato dell’attuale sindaco e invoca il cambiamento. “Negli ultimi dieci anni” afferma “ci sono state tante occasioni sprecate. La città è diventata meno sicura, troppa è la distanza tra centro e periferia e nullo è il rapporto città-università”. Per l’assessore, importante è che si inizi a investire su Torino e un’opportunità è offerta dall’ EXPO 2015 di Milano: “16-20 milioni di persone saranno attese e per quel milione o due che non troverà posto dove dormire, Torino deve essere in grado di offrire servizi di collegamento con Milano in modo tale da poter beneficiare dell’evento meneghino”.
Alberto Musy è invece l’uomo sconosciuto, “il terzo scomodo” come si definisce lui, candidato per il Terzo Polo. Interessante sarà vedere quale percentuale strapperà la neonata formazione di centro alla prima verifica delle urne. E ancor più interessante sarà scoprire quale schieramento sosterrà in caso di ballottaggio (essendo certo che se ballottaggio sarà, la sfida sarà Fassino-Coppola): prevarrà l’asse PD-UDC già visto alle regionale dell’anno scorso e in questo caso vedere anche un’ insolita alleanza del centrosinistra con il FLI, o ci sarà un ritorno allo stile Casa delle Libertà? Dopo il 16 maggio lo scopriremo. Intanto è giusto presentare anche Musy che è un professore universitario di Novara, ha 44 anni e quattro figlie. Il suo obiettivo è il 2020, ma per l’immediato bisogna “istituire un campus internazionale universitario, un nuovo campo ospedaliero, investire sull’arte, collegare Caselle-Porta Susa e soprattutto non farsi scappare l’occasione della TAV che ci permette di rimanere un polo importante per l’Europa”. E proprio la TAV, stranamente, sembra mettere d’accordo tutti i candidati. “E comunque” conclude Musy “al centro del mio progetto c’è il merito che deve essere la base di tutto”.
Terminato anche questo intervento, è il momento dei ragazzi che con le loro domande provano a schiarirsi gli ultimi dubbi e in qualche caso a cercare di mettere in difficoltà i candidati. Preoccupazioni dei giovani sembrano essere lavoro, istruzione, immigrazione ed ambiente. E proprio sull’ambiente i tre trovano un’opinione convergente per esempio sulla necessità di un maggior impiego delle bici. È Fassino a precisare: “Voglio passare dagli attuali 170 km di piste ciclabili a 350 km e raddoppiare da 90 a 180 le stazioni di noleggio. Inoltre vorrei estendere le aree pedonali non solo del centro, ma creare proprio un’area pedonale per ogni circoscrizione”. Fassino si sofferma poi sul tema della metropolitana (estensione linea 1 fino a Piazza Bengasi e costruzione linea 2 da Piazza Rebaudengo a Mirafiori) e su quello della sicurezza per il quale “bisogna attivare un’adeguata illuminazione, ristrutturare gli edifici abbandonati e rendere più socializzante la vita nei quartieri”. A questo punto, l’ultimo a prendere parola è un ragazzo che più che fare una domanda, inizia un comizio contro Coppola, a suo parere incapace di amministrare in quanto proveniente dall’area politica che vanta il miglior esempio di mal governo, come dire: con che faccia ti presenti? La platea si scalda e il fair play che aveva vinto fino ad un attimo prima ora molti non sanno più cosa sia. Ogni parola è un applauso scrosciante e ogni applauso dà la carica al ragazzo per continuare. Dal pubblico si elevano parole come “bravo!”, “andate a casa!”. Coppola un po’ seccato si lascia coinvolgere nella risposta che, se dapprima è pacata e cordiale, finisce con un tono quasi aggressivo che prova a ristabilire la parità. Il dibattito è così finito e i candidati si apprestano all’uscita. Per molti l’incontro è servito: non solo per quelli che non avevano un’idea ma anche per chi quell’idea l’ha potuta confermare o modificare. Adesso è questione di dieci giorni, massimo venticinque, e poi conosceremo il nostro nuovo sindaco. Sarà Fassino come tutti i sondaggi dicono o ci sarà la sorpresa Coppola? Vedremo, l’importante è comunque andare a votare perché, come ricorda la nostra Costituzione, votare è un diritto e un dovere civico.
Andrea Maccagno (4C)