L’apertura della Banca Centrale Europea (BCE) a Francoforte era prevista per il mese scorso. Niente di strano, a Frankfurt am Main si trovano le sedi della maggior parte delle banche tedesche, e molte internazionali. “Questa apertura causerà un po’ di problemi” aveva detto il mio padre ospitante, man mano che la data si avvicinava.
“Perché?” avevo chiesto. La Banca Centrale Europea non mi sembrava né meglio né peggio di qualunque altra.
Dalla sua spiegazione fatta di paroloni e termini tecnici non avevo capito quasi niente, ma non mi sembrava granché importante, anche perché sui giornali e alla televisione si parlava di “manifestazione pacifica” (e dopo sei mesi in Germania avevo ben notato l’efficienza delle forze pubbliche ufficiali). Tutto okay quindi.
Arriva il 18 marzo, il giorno della grande apertura, dopo cena al telegiornale scorrono immagini di auto date alle fiamme, ambulanze e polizia che respinge i manifestanti con getti d’acqua. E poi: ottantotto feriti.
A quel punto decido di cercare su internet il motivo di tanti problemi, anche perché i tabloid continuavano a riproporre immagini di una vera e propria guerriglia urbana in un posto a meno di venti minuti da casa mia. Il Frankfurter Allgemeine Zeitung, il quotidiano della zona, mi informa che il problema principale è stato causato da gruppi di manifestanti provenienti da circa novanta organizzazioni, riunite sotto il nome del movimento “Blockupy”. Sono stati distrutti negozi, bruciate auto, tirate pietre, eccetera. Non avendo la minima idea di cosa avesse potuto causare una tale rabbia, sono andata sul sito della BCE. A quanto pare, il primo aspetto per il quale la BCE viene criticata è l’assoluta indipendenza dell’istituzione: la BCE è, infatti, nata come una banca centrale, che funziona in modo indipendente dalla politica; I suoi poteri e obiettivi sono decisi dall’UE e dei paesi membri, ma le decisioni sullo svolgimento pratico e su come raggiungere questi obiettivi sono state delegate alla BCE stessa.
Molti ritengono non democratica una così ampia indipendenza e criticano gli obiettivi della BCE, sostenendo che siano troppo lontani da quelli dei cittadini dell’UE, e che la politica della banca sia troppo impermeabile a eventuali critiche. La BCE infatti non pubblica nessun commento alle proprie decisioni: le pagine web ufficiali non permettono l’inserimento di commenti da parte dei cittadini; e molti ritengono che i dettagli sulle riunioni degli organi decisionali della banca non siano pubblicati per non dar conto dei differenti punti di vista.
Parlando di punti di vista, io sono convinta che ognuno abbia il proprio, e non sono qui per fornire il mio sulla BCE, anche perché fino ad un mese fa non sapevo nemmeno cosa fosse. Penso però che anche i giovani dovrebbero sapere come funzionano l’economia e la politica, sono cose che devono interessarci perché ci riguardano. E ho fatto questo esempio per ribadire che non sempre serve avere una guerriglia urbana in città per iniziare ad informarsi, si può anche solo prendere un giornale e leggere. O chiedere. Se poi parlate pure la stessa lingua della persona a cui chiedete, siete a cavallo.
Iris Figliolia (4D) – corrispondente dalla Germania