Figli di nessuno

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Dalla legge sulla sicurezza è stato deciso che i bambini nati in Italia, figli di clandestini, non saranno registrati come cittadini italiani.

I bambini fantasma, quindi, non possono essere registrati in nessuna anagrafe italiana e non contano nulla nella società: sono pari a “nessuno”.

Ma cosa accadrà a questi neonati? Di chi saranno figli se non vengono riconosciuti dallo Stato italiano? E soprattutto che giri di illegalità si apriranno?

Probabilmente verranno affidati ai servizi sociali che a breve si ritroveranno pieni di bebè, per lo Stato italiano piccoli fantasmi, da accudire.

Inoltre la malavita non si lascerà sfuggire questa nuova problematica che si preannuncia un autentico businnes.

Facile immaginare cosa faranno i genitori dei propri figli quando verranno a sapere che non possono essere registrati legalmente: si affideranno a terzi con permesso di soggiorno in regola. Ci saranno persone che si faranno pagare per registrare bambini!

Gli ospedali inoltre, da simbolo di integrazione, diventeranno luogo da cui fuggire, perché “un figlio di nessuno “ non può essere curato, anzi, i medici dovrebbero denunciarlo alle autorità.

I bambini fantasma inoltre non hanno diritto ad un lavoro, ad una istruzione, ad una vita felice, non saranno mai integrati nella nostra società che sembra rifiutare gli immigrati.

Questi bambini cresceranno con questa idea, odieranno chi non li ha riconosciuti e dovranno sempre mascherarsi dietro falsi documenti per vivere una vita senza senso, senza uno scopo preciso. Questi bambini nascono già senza alcuna possibilità.

 

Ragionandoci un po’ su, è facile intuire come con questa normativa lo Stato italiano abbia creato una grande voragine nella società nell’intento di chiuderne un’altra. E sarà altrettanto facile capire che non è certo questo il modo migliore per risolvere il problema dell’immigrazione clandestina e tutti i problemi che lo Stato si pone a riguardo.

Analizzando accuratamente la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ci si accorge immediatamente di quanti articoli sono stati infranti con questa nuova normativa.

Già dall’articolo 1 capiamo che questi bambini non sono considerati esseri umani:

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Inaccettabile! A questi bebè succede l’ esatto contrario: nascono, i genitori non hanno un passaporto, tantomeno un permesso di soggiorno e quindi i neonati non possono essere registrati, o meglio, vengono etichettati  come “ bambini fantasma”. Da quell’istante quella persona non è più libera ed eguale in dignità e diritti rispetto ai cittadini regolari.

 

Stessa cosa accade per l’ articolo 15:

“1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.

  2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza. Né del diritto di mutare cittadinanza”.

Con la legge sulla sicurezza, questo diritto viene infranto per i figli di clandestini. In quanto “Figli di nessuno” non vengono considerati cittadini italiani dal momento della nascita.

Soffermandomi su questo articolo però ho avuto modo di ragionare sul fatto che comunque questa legge riguarda ogni individuo, a prescindere dalle differenze sociali che ci possono essere.  Anche se il nascituro è figlio di clandestini, è pur sempre un individuo come un altro, quindi dovrebbe avere pari diritti di cittadinanza. Dovrebbe, sì … ma questo non avviene più.

 

Questi sono solo due degli esempi di ciò che ora è legge in Italia: ciò che possiamo fare noi è riflettere, allora riflettiamo: ora moltissimi neonati sono destinati a condurre una vita ancora più insignificante di quella che già condurrebbero semplici clandestini. Ora sono nulla, non contano, non sono nessuno. A parer mio sarebbe meglio morire …

Fortunatamente al giorno d’oggi ci sono persone che sono ancora capaci ad usare ciò che noi chiamiamo “ragione”: Alcuni medici, infatti, si oppongono a ciò che la legge comanda loro di fare in caso si presentasse un clandestino in ospedale ed aiutano questa persona, appunto perché prima si essere clandestino, o figlio di clandestino, è una persona!

 

A questo proposito si potrebbe fare un breve collegamento ad una tragedia greca riguardante Antigone, sorella di Polinice e Eteocle. I due si scontrarono in un duello nel quale Eteocle uccise il fratello. Il re della città, Creonte, dettò una legge che impediva di dar degna sepoltura a Polinice, dal momento che aveva commesso varie azioni per cui non meritava di andare all’aldilà. Antigone però, rischiando di essere lapidata, gettò un pugno di terra sul corpo del fratello. Venne scoperta e mandata dal re, che era furibondo.

Lei, malgrado riconoscesse d’esser a conoscenza della legge che Creonte aveva emanato, aggiunse che prima delle leggi umane, quelle dettate dai popoli, ci sono altre leggi, arcane, che sono rinchiuse nel cuore di ognuno.

Da questa tragedia si può dedurre come sin dai tempi di Sofocle questo concetto fosse già stato recepito.

Secondo la mia opinione bisogna agire nello stesso modo. Usando il cuore e la ragione (dal momento che tanto ci vantiamo di possederne una che va aldilà di ogni altro essere vivente) possiamo aiutare chi ne ha bisogno senza fare alcuna distinzione, dal momento che queste leggi arcane ci dicono che le distinzioni non esistono fra gli uomini. Se pensiamo che questi bambini, da innocenti, diventeranno delle ombre della società perché non gli è stata fornita alcuna possibilità di trovare luce in loro oltre ciò che sono le nuove norme, dovremmo farci un esame di coscienza.

Dovremmo immedesimarci in ciò che sono stati quei poveri neonati dal momento in cui sono venuti al mondo. Allora capiremmo, sì … ma sarebbe troppo tardi.

Perché non fare in modo che questi bambini si sentano figli di qualcuno? Figli della bontà umana, forse, in modo che possano vivere una vita serena, senza portarsi per sempre il peso d’esser nati da genitori clandestini.

 

Luigi Botta (2C)

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