Filo-natalizio

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Una riflessione sul Natale passato e su quelli venturi

A cosa servono le decorazioni natalizie? A cosa servono i mille fili con i quali viene avvolto l’albero di Natale? A cosa serve un groviglio inestricabile di luci? A niente? Eppure, osservando l’ultimo filo rosso da mettere sul finto abete verde, provo una certa soddisfazione.

Questo filo rimarrà lì, posato tra rami ricoperti di aghi di plastica, per circa un mese e quale sarà la sua funzione? A che scopo dovrebbe mai esistere un oggetto così inutile? Ho deciso di attribuirgli io stesso un significato, ho deciso di assumerlo come simbolo del Natale, come spunto di riflessione per questa festività.

I fili decorano l’albero conferendogli un aspetto festoso, essi conferiscono quel tocco di assoluta “pacchianità” che permette al Natale di esprimersi nella sua interezza. Cos’è il Natale se non un’infantile illusione della quale gioire ogni anno, cos’è se non un giorno come un altro? Eppure i giorni sono speciali quando noi decidiamo che essi lo siano. Il filo rosso unisce tutti gli uomini che celebrano questa festa, unisce chi ancora vuole credere e si illude che tutto questo affannarsi per comprare regali, per organizzare cene con parenti ed amici dimenticati possa originare qualcosa di positivo e non rappresenti un’ imposizione forzata, frutto della nostra società. Il filo rosso congiunge persone lontane in un unico ideale, in un unico spirito: lo spirito natalizio! Egli non è altro che la più forte manifestazione della capacità umana dell’illusione. Non è forse bello credere nella magia del Natale, ascoltare canzoni natalizie e trascorrere il tempo in compagnia? Non è forse bello scambiarsi regali e piccoli pensieri per quanto inutili essi possano essere? Perché allora distruggere l’illusione, perché non dare peso al Natale, perché tagliare il filo rosso e non farsi avvolgere da esso?

Ma la riflessione su questo oggetto di uso sporadico continua! Penso ai valori che il Natale porta con sé, all’idea di fratellanza e bontà insite in questa festa! Trascuro l’ipocrisia, la forzatura imposta da questa festività nel provare sentimenti non voluti e mi illudo pensando che, veramente, a Natale “Si è tutti più buoni”. E così il filo assume un ulteriore significato: “filo”, in greco significa amare, nel senso più ampio e puro del termine, descrive un sentimento di unione che spazia dall’amicizia all’amore. Il filo-natalizio è l’emblema di colui che ama tutto ciò che è natalizio e apprezza i valori che la festa porta con sé. Esso, come me, apprezza il fatto che molte persone si ricongiungano, rinnovino contatti e sperino in un futuro migliore. Il “filo” della parola filo descrive tutto ciò, descrive il senso di umanità del Natale ed apre una riflessione sul sentimento dell’amicizia ed anche su quello dell’amore. In questo giorno tutti si illudono di essere felici e si impegnano a relazionarsi perché tutti vadano d’accordo, tutti si immedesimo in questa apparente felicità collettiva.

L’amicizia, per me, consiste nell’impegno costante nel cercare di capire chi ci è vicino, capire il perché delle sue azioni e le sue sensazioni, i suoi sentimenti. Consiste in comprensione e com-passione. Il filo rosso, dovrebbe unire tutti noi , tutte le persone che credono nel Natale, tutti i filo-natalizi nel cercare di sviluppare queste capacità. Esso dovrebbe aiutarci nell’impegnarsi a comprendere e com-patire, intendendo con questo termine il sentire per, empatia, le stesse sensazioni di un’altra persona: la tua sofferenza è la mia, così come la tua gioia.

Questa è l’amicizia, uno sforzo nel capire gli altri. E se si accetta la vita di una persona, se si accettano le sue esperienze passate si può capire il suo modo di agire e il modo con cui relazionarsi con essa. Più conosciamo una persona più potremo giustificare le sue azioni, pur non approvandole. Tuttavia saremo in grado di aiutarla e di trasmetterle qualcosa. Allo stesso modo provando i suoi sentimenti non saremo più in grado di ferirla e cercheremo la sua felicità poiché coinciderà con la nostra. Il filo rosso dovrebbe unirci in questo sforzo, nel potenziamento delle qualità che ci rendono umani.

E l’amore? Credo che esso sia una estremizzazione dell’amicizia. Come disse una mia amica “ Natale non è Natale se non si ama qualcuno”. E come darle torto? Così questo filo attorciglia nella sua infinita estensione anche chi prova questo sublime sentimento. L’amore è una dolce illusione che consiste nella com-passione assoluta, nell’identificarsi nei sentimenti della persona amata e di considerare lei come primo interesse nella nostra vita. Così in essa saremo noi stessi, in essa sarà ogni fiducia, in essa non potranno essere presenti difetti poiché essa è la sublimazione di tutta la nostra anima.

Così il filo rosso da cui parte tutta questa riflessione nasce da un’illusione e si rituffa in essa: sorge dal Natale per tramontare nell’amore unendo tutti coloro che credono in esso nella sua magica ed apparente inutilità, unendo tutti i filo-natalizi.

Claudio Brasso (5A)

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