I match disputati nei campi 3 e 4 hanno visto giocare rispettivamente 2 match di giocatori appartenenti alla categoria small e il conclusivo disputato tra giocatori di categoria large. I primi due incontri, giocati in contemporanea, hanno visto confrontarsi due coppie di team dalle caratteristiche completamente diverse: il match Roma VS Carreggio ha rappresentato l’apoteosi del vincere facile. La traiettoria del pallone sembrava che non cambiasse mai, perennemente diretta nella direzione della rete del Carreggio e per ben otto volte, superando il portiere come se non costituisse un reale ostacolo,ha trovato sede fissa e sicura. La superiorità dei piccoli atleti romani è apparsa dunque innegabile anche agli avversari che, nonostante l’evidente sconfitta, non si sono mai arresi fino all’ultimo.
Il match Prato VS Macerata è apparso visibilmente di un livello superiore al precedente, rasentando, nonostante la giovane età dei giocatori, alti livelli di professionalità. Continui falli, punizioni e calci d’angolo rompono il “ritmo d’azione” facendo trattenere il respiro degli accaniti tifosi fino all’ultimo; il campo 3 viene trasformato in un vero stadio ed i piccoli atleti trasfigurati nel giocatori a cui vorrebbero assomigliare da grandi. Il goal della vittoria arriva tirato ponendo fine quasi all’ultimo minuto fine al sofferto match e scandendo la vittoria del Prato.
Il concetto di superiorità di un team è stato invece perfettamente incarnato dalle squadre del Sondrio e del Milano, che hanno giovato rispettivamente contro Montagnana e Maddaloni. Resistere contro questi due “ colossi” è apparso completamente inutile, una vera guerra a colpi di pallone che non ha potuto che concludersi con una vera a propria strage del team “debole”, quello che non ha saputo resistere alla “selezione naturale” del calcio. La presenza di una giocatrice nel team milanese non turba di una virgola lo spirito di affiatata mento della squadra, anzi ha aiutato a spezzare le difese avversarie per ben 8 conquiste del campo di Maddaloni. Per quanto riguarda il Sondrio l’unico goal subito dal team non sembra neanche scalfire la corazza di ferro di cui sembrano fatti i suoi piccoli giocatori, trasportando la partita indietro nei secoli, al tempo delle conquiste in campo aperto con una cornice simile a quella che racchiudeva oggi il campo da gioco: foresta di pini e montagne innevate. Animati da questo spirito la contromossa del Sondrio non può essere che decisiva, rispondendo con 5 reti vincenti.
Il livello di gioco degli atleti della categoria large si pone su un piano più dinamico e preciso dal punto di vista visivo, anche se con falli maggiormente marcati. Il tifo si fa non solo più alto, ma con un impeto in più, con una chiara dichiarazione di sfida che non resta disperso nell’aria. La presenza di una pioggia intensa non scoraggia i giocatori del Cividale e del Napoli che si vedono rispettivamente contro l’Aosta e il team milanese che non si risparmiano punizioni e corner. I giocatori arrivano pur di vincere al punto di non sentire l’innegabile freddo che non penetra nelle loro ossa e gli scherni del tifo avversario in un impegno costante e creduto fino in fondo.
Simona Tamburri