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ObamaMartedì, con la vittoria delle elezioni presidenziali, Obama è stato riconfermato alla guida degli Stati Uniti per altri quattro anni, superando il candidato repubblicano Mitt Romney.
Il panorama politico americano tende molto più a destra di quanto non faccia quello nostrano: Obama, che spesso viene definito dai suoi avversari “socialista”, in Italia sarebbe considerato un uomo politico di destra.
In origine, il partito democratico e quello repubblicano erano un’unica forza politica. Nelle elezioni del 1912 i due partiti si divisero e i democratici, liberisti e liberali, si posizionarono a “sinistra” dei repubblicani, conservatori e reazionari.
Le ragioni della vittoria di Obama possono essere individuate fra i voti delle minoranze etniche (il 97% degli afro-americani ha votato per lui), nell’apertura verso gli omosessuali, nella politica economica favorevole sia alla classe media sia ai ceti più bassi della popolazione e nella riforma sanitaria.
L’Obamacare, considerata da alcuni americani quasi un provvedimento sovietico, è in realtà ancora molto distante dal welfare state di molti stati europei. Inoltre l’inclusione forzata nell’assicurazione sanitaria, offerta dai datori di lavoro ai propri dipendenti, di aborto ed anticoncezionali ha destato le proteste del Cardinal Dolan, presidente della conferenza episcopale statunitense. Altrettanto discusso è l’appoggio del Presidente ai matrimoni ed alle adozioni gay.
La vittoria di Obama è stata causata soprattutto dall’assenza di un’alternativa valida. Romney ha condotto una dispendiosa campagna elettorale grazie al patrimonio multimiliardario ed all’appoggio di numerose lobby. A fallire è stata soprattutto la politica economica del repubblicano che avrebbe diminuito le tasse per le classi più agiate e cancellato la riforma sanitaria.
A gioire per la riconferma deve essere innanzitutto l’UE perché, come ha affermato il Presidente del Consiglio Monti, “Obama capisce l’Europa”. Infatti, nel Vecchio Continente il gradimento del 44º Presidente si attesta, secondo alcune stime, all’86%, mentre negli States ha superato lo sfidante di misura nel voto popolare.

Valerio Pace (4D)

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