Per la seconda volta il comitato organizzatore ha sede a Torino. Nell’attesa di osservare durante lo svolgersi delle gare il nuovo impegno per la riuscita delle Convittiadi, e avendone già avuto prova dalla cerimonia inaugurale, ci fermiamo per fare qualche domanda al Prof. Francesco Chiaravalloti, referente del comitato come per la scorsa edizione.
Nell’organizzare per la seconda volta le Convittiadi, quali difficoltà e quali soddisfazioni ha incontrato?
È stato un avvio molto difficile per tantissime ragioni, ma alla fine visti i risultati ci possiamo ritenere soddisfatti. Dico possiamo e uso il plurale perché mai come in questo momento c’è un lavoro d’équipe con i vari referenti, che mi stanno dando una mano a seguire i diversi sport e la parte artistica e una segreteria organizzativa molto efficiente. I risultati si sono visti già domenica con uno spettacolo che credo abbia soddisfatto molti. Ieri mattina abbiamo ancora ricevuto delle telefonate di plauso e questo è di sicuro appagante. A organizzarlo per la seconda volta abbiamo avuto delle difficoltà e le stiamo avendo tutt’ora, però stiamo man mano risolvendo i problemi che si presentano e siamo tesi ad avere una organizzazione buona per gli standard tradizionali
Rispetto alla scorsa edizione come si è rinnovato l’impegno dell’organizzazione?
Abbiamo suddiviso il lavoro su diversi referenti che mi stanno aiutando a seguire tutte le attività. Naturalmente l’impegno è stato più gravoso perché sono aumentati i ragazzi: dai 1650 dell’anno scorso più gli accompagnatori, siamo passati a 1800 più gli accompagnatori, quindi in tutto 1900-1950 persone. Sono aumentati i convitti, e i contatti sono stati ancora più problematici perché le dinamiche all’interno dei Convitti non sono sempre uguali e bisogna tenere conto delle difficoltà che hanno. Pian piano le abbiamo dovute superare con molta pazienza e molta disponibilità da parte di tutti.
Un augurio per tutti coloro che partecipano quest’anno?
Per prima cosa che restino soddisfatti, che socializzino. Questo mi sembra che stia avvenendo con successo perché dopo 5 anni, nonostante non siano sempre gli stessi, possiamo vedere come questi ragazzi siano cresciuti, come si sia creato un amalgama fra i Convitti che prima assolutamente non c’era. Ma l’augurio più grande è che questa manifestazione possa durare nel tempo, che possa andare avanti ancora per molti altri anni. È una cosa che tanti ci invidiano e che in tanti vorrebbero fare e per questo io voglio invitare tutti, per il bene dei ragazzi, a non fermarsi, perché anche davanti a difficoltà che sembrano insormontabili alla fine qualcosa si riesce a fare. Naturalmente con tanta disponibilità da parte di tutti, tanta pazienza, perché altrimenti non si andrebbe avanti, continuando a mirare sempre a quello che è il bene dei ragazzi, per valorizzare lo stare bene insieme, crescere, educare.
Federica Baradello
Carlotta Monge