Un po’ come tutti ho sempre sognato di visitare la città che non dorme mai. Sono sempre stata interessata, inoltre, alla politica estera e ad affinare le mie capacità oratorie in inglese. Ed ecco che quest’anno si presenta un’occasione incredibile: una settimana a New York, per visitare la Grande Mela e partecipare ad una simulazione delle Nazione Unite, meglio nota come GCMUN 2024.
Il 19 febbraio partiamo in 65 accompagnati da tre docenti della scuola e due tutor, sempre disponibili ed energici, dell’ organizzazione United Network, che si occupa di formare i cittadini del futuro. Il viaggio è sfiancante, ma non appena arriviamo all’hotel, a pochi passi da Times Square, ogni sforzo è subito compensato dall’ asfissiante bellezza dei palazzi e delle strade di Manhattan.
I primi giorni sono dedicati alla visita della città: musei e luoghi di interesse come il Met, l’Empire State Building, Central Park e il Palazzo di vetro. Ci sono anche concessi diversi momenti di tempo libero, in cui ci è consentito di girare alcune zone in completa autonomia. Eccomi allora per le strade di New York senza meta e come unica preoccupazione arrivare in tempo per la cena.
Ma non è solo turismo: i veri protagonisti sono i tre giorni dedicati al Global Citizens Model United Nations 2024. Formal dress obbligatorio: ciascun partecipante a rappresentare la delegazione del Paese assegnatogli prima della partenza e sul quale ha già lavorato nella fase preparatoria. Io, nello specifico, rappresento il Kazakistan nella commissione WIPO, che tratta temi quali il copyright e la brevettazione: argomenti che mai avrei approfondito, se non avessi partecipato al progetto. In ogni caso, ci sono molte altre commissioni che si occupano di temi economici e finanziari, ambientali e di diritti umani. In commissione ci sono ragazzi e ragazze da tutto il mondo e mi ritrovo a parlare con completi sconosciuti di politiche da adottare affinché i più grandi problemi del mondo siano risolti, o quantomeno affrontati.
Quasi surreale, vero? Eppure il GCMUN è proprio questo: un punto di incontro per giovani interessati alla politica e intenti fare la differenza, nel comune tentativo di trovare soluzioni ai grandi problemi, attraverso il dialogo e il confronto. A posteriori posso affermare che il mio livello di inglese è migliorato esponenzialmente, come anche la mia consapevolezza politica e la mia percezione del mondo e delle sue criticità. L’intera settimana è stata come un sogno ad occhi aperti: quasi non ho ancora realizzato la grandezza della mia esperienza. L’unica nota negativa è la tristezza che accompagna il viaggio di ritorno a casa.
Se l’anno prossimo aveste intenzione di partecipare, non esitate ad iscrivervi al progetto. Non solo avrete la possibilità di visitare una nuova città, ma anche quella di stringere amicizie con persone da tutto il mondo e di migliorare il vostro inglese, parlando di tematiche che un giorno saremo proprio noi, giovani di oggi, a dover fronteggiare.
Sofia Carluccio