La lettura per i ragazzi sta diventando qualcosa di lontano dalle loro vite, qualcosa di “vecchio” e marginale.
Eppure i libri sono lo specchio dell’anima, delle fantasie, dei desideri e dei sogni, nonché della vita dell’autore. Ne esistono di ogni genere e ogni persona ha il suo preferito, ma allora perché la percentuale di studenti che dichiarano di non aver letto nemmeno un libro, secondo un articolo di Baudino, è in aumento?
Una delle risposte si trova nelle parole di Daniel Pennac :”il verbo leggere non sopporta l’imperativo.”
Nelle scuole accade sempre più spesso che libri apprezzati dai professori vengano imposti ai ragazzi e che di conseguenza gli allievi perdano il piacere della lettura dovendo prepararsi per un’interrogazione a riguardo.
Leggere un libro significa “assaporarlo”, immedesimarsi in un narratore o in un personaggio, apprezzare i dettagli che donano la possibilità di delinearlo nell’immagine che ci siamo fatti di lui.
Un libro si può considerare apprezzabile quando ci si ritrova a leggerlo con foga per giungere alla fine tanto attesa ma anche quando lo si legge poco a poco per prolungarne il piacere.
Imporre ai ragazzi un titolo, una scadenza e, implicitamente di dover leggere ogni singola pagina, porta ad un istintivo allontanamento da ciò che dovrebbe essere una gioia.
Credo che sarebbe più corretto dare una maggior libertà di scelta dei titoli e di lettura poiché ogni professore che in cuor suo sa di aver saltato qualche pagina o, addirittura, di non aver finito un libro, dovrebbe comprendere che anche i ragazzi hanno bisogno di poterlo fare.
Come disse il pedagogista Gianni Rodari: “Non si nasce con l’istinto della lettura […] si tratta di un bisogno culturale che può essere innestato nella personalità infantile.” Allora facciamo in modo che leggano, questi bambini! Spegniamo i televisori e forniamo loro la possibilità di sviluppare la fantasia, immaginando i personaggi al posto di vedergli già disegnati nei cartoni animati.
Procuriamo loro degli strumenti per ottenere allo stesso tempo degli spunti di riflessione e una miglior capacità espressiva.
Il problema non sta nei ragazzi che non apprezzano la lettura, ma nel fatto che non sono stati educati ad amarla fin da piccoli.
C’è poi da considerare l’avvento degli e-reader, dispositivi elettronici creati per poter contenere centinaia di libri consultabili con un click. Certamente un’idea sensazionale di primo acchito, ma riflettendo un attimo ci si rende conto che si perdono il suono delle pagine, l’odore dei libri nuovi, la sensazione della carta tra le dita e la vista dei dorsi delle copertine affiancati l’uno all’altro nella libreria. Ovviamente si possono ancora “assaporare” le parole, ma che ne è degli altri quattro “sensi” della lettura? Forse è meglio qualche scaffale in più, pur di evitare una tale perdita.
Senza considerare che per un neofita sarebbe deleterio iniziare a leggere senza tutti i sensi in gioco, indispensabili per far entrare in campo le emozioni del lettore.
Bisogna fare in modo che i bambini comprendano che con un libro, con un ammasso di parole messe su carta, si può girare il mondo seduti in una stanza.
Nicole Lomuscio