One of the major fall holidays in the United States is Thanksgiving. A time for seeing friends and family, watching football, and most of all, feasting.
The Thanksgiving celebration started when the Native Americans helped teach the pilgrims what foods to cultivate and how to survive. On the first Thanksgiving feast, the Native Americans and the pilgrims ate turkey, pumpkin, deers, cereals, dry fruit and nuts. This tradition has passed through the generations; Americans still eat the same foods that were served during that first meal.
Besides all the goodies I had, and all the people sharing a nice evening together, sometimes drinking a little too much, made me reflect more about this festivity not celebrated in Italy (that’s blatantly of course, since we didn’t have any Pilgrim Fathers that celebrated the harvest).
The main part of this celebration is getting together with family and close friends, eating a massive dinner, while talking about the past year and what we are thankful for. However, after a nice evening spent being thankful for all the things we have, the night is spent attacking the malls on Black Friday. This American tradition stems from the holiday craze, where everyone rushes to the mall sales to buy gifts for friends, family, and maybe themselves too. During that night Americans go all in. No matter if the line will take them some hours to get into a store and some more several hours to pay, they must go and seize the moment. Companies also take advantage of this night putting on sale most of their product before introducing the new ones, but also to taste how the market might be going the next year, and how much people are willing to spend.
Letting important people in your life know how much they mean to you is a simple act to brighten the day of a friend or a family member that should not be celebrated only once a year and only in certain countries, but every day of our existence everywhere.
Spread positivity and you may get some in return this Thanksgiving.
A presto, America
Il momento che pensavo non sarebbe mai arrivato, è arrivato. È giunto il momento di lasciare la città degli Angeli. È stata senza dubbio l’esperienza più edificante che abbia mai fatto. Ho conosciuto persone fantastiche venute da ogni parte del mondo per vivere la stessa esperienza. Ho conosciuto “nativi” che hanno potuto rendere la mia avventura unica, sempre disponibili e aperti a provare nuove cose, e ancora di più a far provare a degli stranieri le attività del posto, magari solo per vedere le nostre espressioni stupite. Per esempio, un’attività banale come andare a fare una passeggiata sulla montagna che divide Los Angeles dalla “Valle” può essere magica, soprattutto se fatta di notte. Quando si arriva in cima all’osservatorio si apre davanti agli occhi una vista mozzafiato, una pianura apparentemente infinita si estende ai nostri piedi, tutta illuminata, come se una colonia di lucciole si fosse posata nella spianata. O ancora andare al tipico fast food Californiano In ‘n’ Out per provare milkshake e patatine.
Ho vissuto con una famiglia fantastica che mi ha fatto sentire a mio agio in ogni istante e che ha lasciato un segno indelebile in me. Non so se sono cambiato positivamente o meno, ma sicuramente sono cambiato e al mio ritorno non sarò la stessa persona che è partita 5 mesi e mezzo fa. Sono venuto con delle grandi aspettative e devo dire che sono state appagate addirittura più del previsto, nonostante alcune difficoltà.
Probabilmente il fatto che sia vissuto con una famiglia di colore mi ha fatto vedere il mondo da un punto di vista completamente diverso e mi ha fatto apprezzare alcune cose che prima davo per scontate.
Sono davvero grato di aver potuto vivere questa esperienza; metterei la firma per rifarla tutta da capo e la suggerisco a tutti.
Paolo Molinatti, corrispondente la Los Angeles