Sovente non ci si rende conto di quanto il mondo sia bello, di quanto la natura sia la nostra risorsa più grande, la nostra unica fonte di vita. Non ce ne rendiamo conto, altrimenti il nostro atteggiamento non si limiterebbe ad una passività inerte. Quando si parla di “riscaldamento globale”, non ci si riferisce ad un mito. Eppure, Donald Trump afferma che “fuori si gela” e si chiede “dove diavolo è andato a finire il ‘riscaldamento globale”; aggiunge anche che “il concetto di ‘riscaldamento globale’ è stato creato dai cinesi in modo da rendere gli Stati Uniti non competitivi sul mercato”. Caro presidente, il problema non è inventato, è presente, è evidente, e il fatto che la popolazione non se ne accorga è ancor più preoccupante della sua esistenza stessa. Se le persone non sanno, o magari non vogliono sapere, come si può pretendere che il cambiamento sia messo in atto? Senza modifiche immediate nel nostro stile di vita, tra appena 12 anni la temperatura aumenterà di 1,5 °C. In apparenza un numero molto basso, ma, in realtà, l’aumento di appena un grado è molto di più di ciò che avremmo dovuto permettere. Significa che Miami e New Orleans diventeranno presto città sommerse; con 1,5 °C c’è la possibilità che intere isole scompaiano dalle cartine e che siano sepolte da metri d’acqua. L’aumento di 2 °C è ciò a cui ormai siamo destinati, è non c’è più possibilità di evitarlo, però è bene limitarsi a questo, perché la catastrofe è più vicina di quanto si pensi. L’aumento di 5 °C è il peggiore scenario a cui si riesca a pensare: condizioni meteorologiche estreme, ondate di calore, deterioramento della qualità dell’acqua. Non solo. L’area mediterranea si sta lentamente trasformando in una regione arida, con siccità e incendi; l’Europa settentrionale è invece destinata ad alluvioni ricorrenti. Il cambiamento climatico non può che portare a esiti devastanti. Morti per colpi di calore, estinzione di specie animali e vegetali, acidificazione degli oceani. Stiamo rendendo la nostra unica casa inabitabile. Ci stiamo distruggendo da soli. Le persone dovrebbero essere preoccupate nel constatare la vicinanza dell’irreparabile. Non solo. Dovrebbero avere paura, ma non ce l’hanno: è un dato di fatto. Tuttavia, che si sia preoccupati o no, che si sappia che cosa sta succedendo oppure no, le conseguenze ci sono per tutti. Non esiste altra soluzione se non fermare ciò che è già andato oltre il punto di non ritorno.
È tardi per evitare l’innalzamento della temperatura, ormai. Avremmo dovuto pensarci prima. Qui sta il problema: l’anidride carbonica, principale gas serra, persiste in media nell’atmosfera tra i 50 e i 200 anni. Anche se smettessimo adesso di produrre CO2, i suoi effetti non svanirebbero, perché chi è venuto prima di noi ha già causato il danno di cui noi subiremo le conseguenze. Tutto ciò che ora dobbiamo fare è agire, prendere il problema di petto, darsi da fare, perché, da adesso in poi, ogni attimo sarà prezioso.
Il 15 marzo ci sarà una manifestazione mondiale contro il riscaldamento globale. Parlandone con amici, la domanda più ricorrente è “Chi pensi vi ascolterà?”. Peccato che non dovrebbe neanche essere chiesto, perché non è questo il punto. Se nessuno fa niente, di certo nessuno si preoccupa di ascoltare. La manifestazione è un modo per dimostrare che alle persone interessa e che non è l’indifferenza a dominare. Inoltre, il movimento è partito da una persona sola, Greta Thunberg, 16 anni, e si è esteso a milioni di persone, in decine di paesi. Evidentemente ciò che è necessario è solo qualcuno che dia la spinta, che per primo faccia aprire gli occhi. L’importante è far capire che il problema è grave ed è destinato a peggiorare. A questo punto, dovrebbe essere l’istinto di sopravvivenza a prendere il sopravvento. Parlando alla Conferenza Mondiale sul Clima, tenutasi a Katowice, in Polonia, Greta si è rivolta alle classi dirigenti mondiali con dure parole: “Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene alla gente”, ed ha ragione. Questo è il momento in cui è necessario agire tutti insieme, perché la gente il potere lo ha davvero, ed è fondamentale che lo usi. L’importante è fare in modo che la Terra sopravviva al nostro egoismo, alla nostra voglia di lusso, alla brama di denaro. Anche perché, senza una casa in cui vivere, non esiste nessun lusso, né soldi. Se la nostra casa va a fondo, andiamo a fondo anche noi.
“Gli adulti continuano a dire ‘lo dobbiamo ai giovani, per dar loro speranza’”, ha affermato Greta Thunberg, “ma io non voglio la vostra speranza. Non voglio che voi siate speranzosi. Voglio che voi siate terrorizzati. Voglio che voi proviate ciò che provo io ogni giorno. Voglio che voi agiate. Voglio che agiate come se foste nel bel mezzo di una crisi. Voglio che agiate come se la vostra casa fosse in fiamme, perché lo è”.
Isabella Scotti