Come potevamo, noi dell’UmberTimes, restare impassibili di fronte al successo di “Guarda che fisico!”, esposizione di esperimenti fisici negli scantinati della nostra scuola. Un fenomeno che ha riscosso interesse e curiosità, a partire dai simpatici volantini affissi per i corridoi di tutto l’istituto. Quasi tutti i ragazzi della III E più due ragazze della III F, coordinati dalla prof.ssa Baderna, hanno preso parte ad un progetto nel quale si proponevano di esporre agli studenti e ai docenti delle altre classi diversi esperimenti di fisica. Ecco dunque che la nostra redazione riporta qui di seguito alcune domande a cui hanno risposto i giovani fisici.
Da chi è venuta l’idea di allestire una “mostra” di fisica, da voi o dalla professoressa?
In realtà da tutte e due le parti: è partita prima da noi, poi la professoressa l’ha messa per iscritto, l’ha presentata al Rettore e insieme siamo riusciti a dare il via a questo “esperimento didattico”, potremmo dire.
E’ stato difficile reperire i materiali? (I ragazzi disponevano, tra le altre cose, di una grande lastra di rame, che sappiamo essere molto costosa.)
Effettivamente per alcuni sì, altri, invece sono stati più facili da trovare. Gianluca (Rizzolo) si è fatto dare dal padre le lastre di rame, invece Simone Lopresti, il tecnico del laboratorio, ci ha fornito di alcuni ingredienti per farci da soli diversi composti, anche se in alcuni casi non abbiamo trovato il tempo necessario per farli al meglio; per esempio abbiamo provato a fare il ferro liquido, ma alla fine abbiamo dovuto comprarlo perché non è venuto bene al primo colpo ed il tempo iniziava a stringere.
Riescono tutti gli esperimenti che vi siete proposti di riprodurre?
Mah, c’è da dire che alcuni sono piuttosto complessi e comunque il luogo influisce molto sulla riuscita di un esperimento; per esempio qui fa molto freddo ed è piuttosto umido. Ad ogni modo sì, in linea di massima vengono, a parte qualche piccolo problemino che abbiamo avuto.
Tutto questo, quindi, ha avuto un costo, per voi …
Sì, abbiamo messo dei soldi, però la scuola ci ha rimborsati.
Avete seguito un filone tematico per i vostri esperimenti?
No, in realtà ognuno di noi ha scelto un esperimento in cui era interessato ed abbiamo cercato di riprodurlo al meglio anche qui a scuola con la professoressa. ll nostro programma, quest’anno, prevede la fisica meccanica, ma in realtà quasi nessuno dei nostri esperimenti la riguarda. Abbiamo eseguito esperimenti sull’elettromagnetismo, sui fluidi non newtoniani che semplicemente ci piacevano nonostante non rientrassero nel programma. Quasi tutti gli esperimenti che proponiamo li abbiamo visti ad “Ottobre Scienza”, non li abbiamo incontrati sul libro di testo o nelle lezioni frontali della professoressa.
Quanto tempo ci è voluto per organizzare tutto questo?
Un sacco! Ormai saranno due o tre mesi. Da dopo Natale abbiamo iniziato a mettere su le idee ed ora eccoci qui. Diciamo che ci ha impegnato molto, sì!
Quindi questo progetto vi ha tolto anche del tempo allo studio?
Abbastanza, sì. Soprattutto nell’ultimo periodo, in cui siamo anche pieni di verifiche. Molto spesso, per preparare gli esperimenti, siamo rimasti a scuola fino alle sei e quando arrivavamo a casa avevamo ancora tutti i compiti da fare.
Vi verranno riconosciuti voti o crediti per questo progetto?
Noi avevamo chiesto per il credito formativo, poi, però saremo solo valutati con dei voti. Quello che ci è stato riconosciuto principalmente è l’impegno, oltre alla bravura nell’esposizione e alla riuscita degli esperimenti.
La fisica, dunque, a portata di mano, grazie all’impegno dei ragazzi di III E che, chissà, potrebbero dare il via ad una tradizione scientifica che potrebbe ripetersi negli anni. Ringraziamo Roberta Bonzo, Laura Arpaia, Camilla Romeo, Gianluca Rizzolo e Lorenzo Eula per aver risposto alle nostre domande.
Annalisa Chiodetti, Eugenio Troìa (4C)