Quarto aereo in meno di un mese. La spola tra Torino e Maastricht è ormai routine: si sanno a memoria gli orari degli aerei, delle navette e dei treni (il mio è all’una). Ci si sente quasi a casa in quei luoghi strani che sono i porti di qualsiasi genere.
Il viaggio è iniziato la scorsa notte, quando il resto della famiglia è andato a dormire; si aprono gli armadi, si riprende la valigia disfatta meno di due settimane fa, si inizia a fare un inventario di tutto quello che si pensa possa servire per i prossimi mesi nel Nordeuropa. Impresa piuttosto ardua visto che non si è mai stati in primavera in Olanda prima. Pantaloni corti e sandali? Impermeabile e felpa? Il meteo non va oltre la settimana, quindi bisogna andare a naso: si porta tutto. È sempre la scelta più semplice, mai la più pratica.
TRAVELLER’S TIP: nel viaggio di andata partite con il solo bagaglio a mano, anche se pieno fino al limite dell’esplosione, e trovate lo spazio all’interno di questo per un borsone di tela: il bagaglio da stiva lo prenderete solo al ritorno. Tutti sanno che durante il viaggio le valigie diventano inspiegabilmente più piccole! Potrete riempire il bagaglio da stiva con tutte le cose che sentirete di non poter proprio lasciare in giro per il mondo, che siano un paio di nacchere che non sapete suonare o una bottiglia di quel liquore tradizionale che sicuramente sarà il vostro nuovo amore. Per favore, PESATE LE VALIGIE PRIMA DI ARRIVARE IN AEROPORTO! Dover smontare il bagaglio al check-in perché non vi siete accorti che la vostra valigia non pesava 15 chili ma 27 è un problema, e in più alimenterete l’odio della coda dietro di voi (ricordate che le bilance degli aeroporti di solito aggiungono mezzo chilo rispetto a quelle di casa per cui ragazze, non pesatevi su quelle bilance se siete a dieta!).
Valigie pronte è ora di andare a letto, meno di 6 ore. È meglio alzarsi almeno due ore e mezza prima del volo e gli “ancora cinque minuti” bisogna risparmiarli per un’altra mattina: ci sarà tempo per dormire in viaggio. I gate sono particolarmente tirannici proprio quelle volte in cui siete un pelo in ritardo (mi è capitato di perdere un aereo per 6 minuti di ritardo!), colazione leggera e subito in macchina.
TRAVELLER’S TIP: mettete in conto il doppio del tempo di quello che di solito impiegate per arrivare all’aeroporto. Ricordate i nonni e gli zii che dicono sempre “E se c’è traffico? E se trovi un incidente?”, beh, succede sempre qualcosa del genere!
Il tempo di entrare in tangenziale nella piovosa Torino e una gomma si buca: la nonna l’ha tirata. Avere un passaggio di riserva è una manna dal cielo in questi casi, perché il ruotino non può superare gli 80 all’ora e c’è bisogno di correre, ovviamente.
TRAVELLER’S TIP: nella maggior parte degli aeroporti c’è un parcheggio in cui la sosta per la prima mezz’ora è gratis. Debitamente nascosto, ma c’è. Vale la pena di cercarlo. Per Caselle è all’ingresso dell’aeroporto, prima del parcheggio multipiano, un po’ lontano, ma eviterete di pagare 4 euro o di essere scaricati davanti all’entrata da una macchina in corsa. Cercare parcheggi “all’italiana” non è una buona idea: ci sono vigli che affilano le loro matite da settimane per firmare una multa da 39 euro sul vostro parabrezza!
All’ingresso dell’aeroporto bisogna orientarsi in fretta: i check-in per i voli low-cost sono nel blocco A, tutto a destra. Dopo aver imbarcato il bagaglio ci si gode l’ultimo caffè italiano, è caro, ma all’estero lo si rimpiange sempre. Ed è subito ora di passare i controlli di scurezza.
TRAVELLER’S TIP: quando vi vestite per il viaggio fatelo con criterio: niente orecchini, cinture, scarpe con la punta di ferro o bombe a mano: a poca gente interessa come siete vestiti in aereo e eviterete di passare troppo tempo ai metal detector. Se poi siete di fretta evitate di star dietro alle famiglie, sono i più lenti, ma state dietro a persone sole, di solito gli hippi sono i più veloci a passare i controlli.
Ci si dirige al gate e ci si siede, aspettando che la coda per il volo FR4865 Torino-Bruxelles Charleroi si sfoltisca.
TRAVELLER’S TIP: è inutile se non sconveniente buttarsi in coda appena arrivati al gate: buona parte degli aerei sono raggiungibili in bus, quindi il primo e l’ultimo passeggero arriveranno in cabina nello stesso momento. Se poi avete le gambe lunghe (non è il mio caso), vi conviene salire sull’aereo il più tardi possibile: nei viaggi low-cost i posti più larghi sono gli unici che è possibile prenotare e la prenotazione costa 10 euro, ma se salirete per ultimi sull’aereo ormai pieno, avrete il permesso di sedervi nei posti riservati (che di solito rimangono vuoti) GRATIS. Prima si fa con calma e poi ci si siede comodi: un bell’affare, eh?
Ci si allaccia la cintura e si cerca di decifrare l’incomprensibile inglese delle informazioni di sicurezza, si osserva sorridendo la giovane hostess alle prime armi che non riesce a seguire la mimica delle compagne più navigate. Due parole coi vicini e ci si gode finalmente quei cinque minuti che sono mancati la mattina. Non c’è da preoccuparsi di essere svegliati bruscamente: anche un atterraggio di fortuna è probabilmente più dolce della mamma al risveglio!
TRAVELLER’S TIP: se siete frettolosi avrete sicuramente scelto un posto vicino alle porte per uscire in fretta e furia dall’aereo appena atterrato; se non lo siete, sedete e non affaticatevi, potrete uscire con calma due minuti dopo gli altri senza aver bisogno di sgomitare e chiedere scusa in tutte le lingue che conoscete.
Usciti dall’aeroporto è bene avere già un’idea chiara di dove si vuole andare e di che biglietti bisogna comprare. Si compra il biglietto del bus sulla banchina ed essere gentili ripaga: in questo periodo si ottengono ovetti di cioccolato per aver aiutato una persona a fare il biglietto del bus.
TRAVELLER’S TIP: chiedete sempre se ci sono sconti per studenti o giovani, che sono cospicui e molto comuni negli altri paesi. Se invece volete prendere un taxi, chiedete il prezzo in anticipo e contrattate sempre!
Si arriva alla stazione del treno, si sfoggiano le sette parole e mezza di franco-piemontese che si conoscono, ci si siede a un bar ad aspettare il treno: il secondo caffè della giornata è ovviamente pessimo, ma dà diritto a una sedia e a un tavolino decisamente comodi! Il treno è splendido, silenzioso e maledettamente in orario, ma in Belgio non c’è da stupirsi.
TRAVELLER’S TIP: chiedete sempre l’orario di arrivo di un treno, eviterete di scendere di corsa perché la stazione vi ha preso di sorpresa mentre eravate in dormiveglia!
Arrivati in stazione si pranza con i panini preparati la mattina, i soldi al ritorno scarseggiano sempre e comprare il pane al supermercato è decisamente più economico. Si prende un secondo treno e ci si dirige verso Maastricht. Il paesaggio si fa piatto e familiare, la campagna più pulita e ordinata, i tetti più spioventi, la lingua incomprensibile e gutturale: casa. O meglio, Maastricht è casa quando si è in Italia non si riesce più a parlare italiano, Torino è casa quando si è in Olanda e tocca farsi la spesa, le pulizie e tenere i conti per il mese. Oltretutto da domani ricomincia lezione e tocca rimettersi a studiare. La dura vita dello studente all’estero, la magnifica vita dello studente all’estero.
Eugenio Troìa