22:40. Via Cernaia, Torino. Sono stanco. Ieri sono andato a dormire tardi e oggi è stata una giornata impegnativa. Sto tornando a casa a piedi dopo essere stato in pizzeria con amici di famiglia. Non mi guardo intorno, non ne ho voglia. Conosco bene questa strada, ci sono già passato molte volte. Zompetto al freddo senza curarmi di chi mi sta intorno: i miei familiari, la gente che passeggia, le auto che corrono verso casa; vedo solo scorrere le piastrelle del pavimento dei portici di questa via.
Tutto d’un tratto inizio a pensare. Rifletto su come funzioni in modo strano il mio cervello. Penso a come questa semplice camminata verso casa sia inutile. Tempo qualche giorno e non ricorderò sicuramente questo viaggio. Mi rendo conto di come il cervello delle persone tenda a dimenticare la maggior parte delle azioni che vengono compiute proprio da loro. Incredibile come quest’organo umano atto a ricordare non riesca a memorizzare tutto. Perciò mi chiedo: cosa ricorda il cervello?
Non sono un esperto, ma ho notato che il cervello tende a ricordare i momenti meno abituali. La nascita di un fratello, le prime vere amicizie, il primo giorno di scuola, la prima relazione, il primo bacio, il matrimonio, i figli, la morte dei parenti, e così via. Quello che invece non suscita emozioni così forti tende a essere dimenticato, come la mia camminata. Voi direte che il vostro cervello si ricorda di com’erano le vie della vostra città; ebbene, io credo che il vostro cervello le ricordi in generale solo perché sono state viste più volte.
Io credo, dunque, che il nostro cervello richieda esperienze insolite e indimenticabili. Ed è anche per questo che molti giovani, specialmente adolescenti, tendono a voler fare esperienze diverse, spesso esagerando.
23:50. Corso Verona, Torino. Proprio a questo punto dei miei pensieri, mi accorgo di essere già arrivato a casa. Quanto tempo è passato? Mi pare qualche minuto. Eppure, osservando l’orologio, mi accorgo di aver camminato per più di un’ora. E ripenso a quanto sia stata inutile questa camminata.
Jacopo Sulis