La musica, che un tempo era la meraviglia del mondo, adesso è solo una cosa da ascoltare.
Ovvio, direte, che la musica è fatta per essere ascoltata, ma la musica ora sta diventando un sottofondo per ogni momento della nostra vita, un sottofondo che non trasmette alcun messaggio, oppure che parla di sesso, feste, droghe o altre forme di divertimento ed è diventata puro business. È diventata qualcosa da ascoltare senza conoscere, qualcosa che serve solo per passare il tempo.
La musica di adesso ha perso tutto quello che un tempo si intendeva con questo termine, non ha più melodia, non ci sono più note, e sono quasi sparite anche le parole. La musica ormai non è più fatta di strumenti, ma è tutta sintetizzata al computer. Ha smesso di essere musica.
Dov’è finita la musica che serviva a fare le rivoluzioni? Dov’è finita la musica che parlava di guerra? Dov’è finita la musica che parlava d’amore (quello vero)? E soprattutto, dov’è finita la musica che faceva battere il cuore, che ti faceva sentire partecipe quando la ascoltavi? Dove sono finiti i complessi musicali?
Sono spariti, o comunque stanno svanendo.
Sono pochi i gruppi che fanno ancora vera musica, insieme agli appartenenti alla “vecchia guardia”, quei rari complessi di anziani che suonano ancora insieme da tanti anni cercando disperatamente di tenere vive le braci di quello che anni fa era un incendio, e i pochi che fanno ancora musica, per quanto bravi, non sono altro che una pallida imitazione di quello che la musica era in passato.
Bisognerà rassegnarsi ad ascoltare quei pochi artisti che ancora fanno musica; dubito che vedremo presto un nuova Bohemian Rapsody, e temo che dovremmo limitarci a rivivere la musica, quella vera, attraverso i dischi.
Perché la musica ormai sta morendo.
Davide Costa (2H)