Il diciassette che porta bene

Tempo di lettura: 4 min

 

Sabato 6 Marzo si è svolto nell’Aula Magna del Politecnico di Torino il XVII Convegno Nazionale della Stampa Studentesca. L’incontro, che gli anni passati si è sempre svolto ad Alessandria, ha traslocato quest’anno nel capoluogo in occasione di “Torino 2010 – Capitale Europea dei Giovani”.

Entrati in aula di buon’ora (per non perdere l’abitudine di svegliarsi presto) e dopo un minuzioso e perfezionistico lavoro di preparazione del tavolo assegnato all’Umbertimes per l’occasione, la Conferenza ha avuto inizio.

Innanzitutto vi è stata la presentazione di alcuni elaborati molto interessanti prodotti da studenti di ogni età: da un lato, una ragazzina della scuola media di Ivrea ha presentato “Scarabocchi – Per farci sentire”, il giornalino che stampano nella loro scuola; dall’altro alcuni ragazzi del liceo hanno presentato i loro progetti contro la privatizzazione dell’acqua potabile o contro l’abuso di alcool tra i giovani, oppure ancora per promuovere il proprio telegiornale d’istituto.

A proposito di ciò, molto interessante è stata l’idea di alcuni giovani astigiani che hanno deciso di mettere in piedi una vera e propria TV online giovanile, che può essere seguita al sito www.spleenwebtv.it.

Infine, a dimostrazione del fatto che il giornalino scolastico è possibile anche all’Università, è intervenuto anche un rappresentante di un Collegio Universitario autogestito nei pressi di Brescia. Questo ragazzo ci ha spiegato come il loro periodico sia uno strumento di condivisione e di confronto nel Collegio in cui tutti possono scrivere, illustrandoci in particolar modo la sezione che più li rende fieri: “La Rubrica del Pellicano”, una rivisitazione in chiave ironica e umoristica delle vicende avvenute all’interno del Collegio.

Sono poi intervenuti personaggi di spicco: il Rettore del Politecnico Profumo, alcuni assessori al Comune di Torino e la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso.

Un paio di frasi di circostanza e di luoghi comuni sul giornalismo e sui giovani prima di fare spazio alla presentazione dell’ennesima Carta dei Giovani, che si presenta altrettanto inutile e atta solo a riempire il portafoglio. Assegnata a tutti i ragazzi al di sotto dei 29 anni, la PYou-Card (è questo il suo nome) dovrebbe offrire sconti e agevolazioni sul sistema culturale piemontese: musei, teatri, cinema, musica, biblioteche e mobilità! I giovani che sfrutteranno queste “enormi possibilità” accumuleranno fin da subito punti per ottenere “fantastici premi”.

Tuttavia la mattinata si è rivelata molto interessante sotto altri punti di vista: in primo luogo per l’inaspettata incursione di un simpaticissimo Piero Chiambretti che ha puntualmente parlato del Torino F.C., ma anche per la presentazione del Master in Giornalismo di Torino a cura della Dott.ssa Vera Schiavazzi.

In due parole, è praticamente impossibile entrarci: la selezione è durissima e ci sono all’incirca venti posti, ma deve valerne davvero la pena! Vi si accede con una Laurea Biennale di qualsiasi tipo e, una volta dentro, si frequentano i corsi (otto ore al giorno per cinque giorni a settimana) più uno stage di due mesi presso enti di rilevanza nazionale.

I ragazzi sono poi coinvolti nella pubblicazione del mensile, “Futura”, distribuito gratuitamente all’interno dell’Università, e nella registrazione del notiziario in onda su Radio 110.

Un altro intervento molto interessante è stato quello di Davide Mattiello, rappresentante del gruppo Libera.

Soprassedendo all’atteggiamento più che mai eccentrico di questo simpatico Signore, i discorsi tenutisi sono stati della massima importanza e pieni di profondi spunti di riflessione: ci sono stati citati nomi abbastanza noti quali Ilaria Alpi o Mauro Rostagno, entrambi coraggiosi giornalisti portati via dalla Mafia, e altri forse un po’ meno noti dalle nostre parti, come ad esempio Pino Maniaci.

Si tratta ancora una volta di un giornalista in lotta aperta contro la Mafia: Pino Maniaci è infatti il direttore/produttore/presentatore dell’emittente televisiva comunitaria “Telejato”, fondata nel 1989 da Alberto Lo Iacono a Partinico.

Davide Mattiello ci ha lasciati con un invito molto importante per il futuro: non dobbiamo essere rassegnati, dobbiamo reagire e non inabissarci nella nostra disperazione, nella sottomissione e nell’abdicazione alla realtà. Leggendoci questa frase di Antonio Albanese, noto comico italiano: “Vedo rassegnazione e per me questo è più doloroso. Non mi piace, perché con la rassegnazione le persone non hanno più bisogno della verità.”, ci ha spinti a riflettere sul fatto che la verità è il credere nella possibilità di trasformare la realtà.

Emerge ancora una volta l’esigenza di un’informazione libera e svincolata da ogni genere di censura, poiché in quanto specchio del mondo che ci circonda, ne deve fornire un’immagine veritiera e non distorta dalle esigenze del più potente.

Il Convegno, lungi dall’essersi concluso, si sposta dapprima in un’aula al pian terreno dove prende vita il “Baratto delle cose e delle idee”: uno scambio, cioè, fra le varie scuole partecipanti, di copie dei rispettivi giornali e delle preziose esperienze vissute all’interno della Redazione.

Si prosegue infine con la divisione nelle rispettive commissioni.

Premetto che la commissione capitatami corrisponde ad un gigantesco buco nero nella mia cultura generale, si trattava di discutere di “Consumo energetico, energie rinnovabili, recupero dei rifiuti, sprechi alimentari…: possibili rimedi”.

In primo luogo abbiamo discusso del problema dei rifiuti, sia all’interno della struttura scolastica, sia nelle nostre case, concentrandoci in particolar modo sul problema dello smaltimento, poi si è passati alla questione delle politiche energetiche e soprattutto della posizione che dovrebbe assumere l’Italia nei confronti del nucleare. Infine abbiamo trattato l’impatto che avrebbe l’introduzione di prodotti a chilometri zero nelle macchinette per la distribuzione nelle scuole.

Al dialogo hanno preso parte non solamente i ragazzi delle varie scuole coinvolte, ma anche i professori e, nel nostro caso, sono intervenute perfino alcune ragazze straniere grazie all’aiuto dei presidenti di commissione che si sono offerti come traduttori.

A causa della mancanza di tempo, si è proceduto alla firma di un documento molto poco collettivo, mentre i lavori delle commissioni non sono stati presentati affatto, ma la giornata nel complesso è stata positiva ed istruttiva.

 

Giulia Porcellana (5A)

29290cookie-checkIl diciassette che porta bene