Se mi chiedessero di descrivere questo periodo, l’ultimo anno del liceo, lo definirei strano, complicato. Un anno senza dubbio di cambiamento. Ci si ritrova improvvisamente adulti e a dover affrontare la prima grande scelta, che, potenzialmente, determinerà il nostro futuro.
Ti senti meno parte del contesto al quale, però, ancora appartieni. La campanella non segna solo l’inizio e la fine delle lezioni, ma diventa il suono del conto alla rovescia verso la fine. Cammini ancora per i corridoi dove tutto è iniziato, quando credevi che sarebbero stati eterni. È il momento del cambiamento, di dire addio alle certezze e affacciarsi sull’orizzonte incerto. Questo può entusiasmare come terrorizzare.
Inoltre sai che le amicizie sono naturalmente destinate a dividersi e che non continuerai a condividere ogni giorno con le tue persone preferite. E immaginando gli amici allontanarsi, lungo sentieri diversi, l’incertezza del domani si presenta in tutta la sua grandezza e inquietudine. Il passato diventa una serie di ricordi, come pagine di un libro che però è quasi finito e che si sta per chiudere.
Scuola, patente, università, lavoro e relazioni danzano davanti ai tuoi occhi e devi farci i conti, devi gestire tutto. La pressione e l’ansia si accumulano, ma le emozioni sono tante e uniche, nuove. Senti di essere cresciuto, maturato e, in parte, indipendente. La strada davanti è incerta, non la conosci, ma devi essere pronto a intraprenderla, consapevole che ogni addio è anche un nuovo inizio.
È così che le decisioni sul futuro si fanno strada, come un viaggio attraverso una foresta, intrigante ma fitta; forse l’aspetto più complicato di questo periodo. Come si fa una tale scelta se non si ha un’ambizione o una passione da tempo? Come organizzi il tuo futuro se ancora non lo conosci e non sai cosa vuoi?
L’entusiasmo per l’avventura imminente si scontra infatti facilmente con la malinconia per ciò che è stato. E non riesci a godere del cambiamento perché subentra l’angosciante pensiero dell’addio. È un’esperienza intensa, un delicato equilibrio tra passato e futuro, tra il noto e l’ignoto. Una sfida a tutti gli effetti, un grande passaggio.
Il libro si chiude e se ne aprirà un altro.
Giorgia Sulis