Nel profondo della quiete notturna delle strade urbane, imponi ai tuoi occhi visibilmente privi di stanchezza una direzione. Spediscili fuori dai vetri trasparenti contornati da assi di legno leggermente consumate, là dove riesci a scorgere il profilo di coloro che sfidano la conformità, animando seppur silenziosamente i viali ormai stanchi di essere percorsi.
I lampioni tacciono, eppure al di là della tua cornea solita all’oscurità un fascio di luce potente stravolge il tuo animo. Non riesci a vederlo? Concentrati, osserva ancora: quel viso dai tratti femminili mostra uno sguardo sincero e appare sicuro di sé. Gesticola. Non sta parlando, non sta semplicemente parlando. Affermare che lo stia facendo equivarrebbe a sminuire la grandezza dei suoi gesti. Sta confessando al proprio inconscio e agli occhi di fronte ai suoi ciò che ha dentro, ciò che le scuote l’anima, mentre le sue parole risuonano nel silenzio delle ore tarde. Ora la vedi la luce? Le contrae le pupille ed evidenzia una lacrima in libera discesa sulla sua guancia. Probabilmente illumina anche te, alle volte. Lo fa con tutti gli artisti, i veri artisti. Quelli che comunemente definiamo tali non sono sempre veri artisti. Quelli che ti descrivo sono invece persone in grado di trasformare parole, gesti, immagini e suoni in emozioni che penetrano nelle anime altrui variandone le caratteristiche, in qualsiasi modo; l’arte è quella che si sente, quella che quasi altera il derma, quella che si è convinti di possedere. È la stessa che talvolta può apparire autobiografica, ma anche quella che pur trattando di mondi psicologicamente distanti e differenti dal proprio, è fonte di innumerevoli, inspiegabili e profonde sensazioni. Queste sono eccessivamente complesse per poter essere raggruppate sistematicamente in categorie come “felicità” o “tristezza”, dato che l’arte è la sola causa di emozioni così svariate, diverse, difficili. Difficili da provare, difficili da accettare, difficili da esporre, ma pur sempre affascinanti.
Rifletti ora sulle tue sensazioni: cos’hai provato quando quel ragazzo seduto al tuo fianco ti ha parlato di sé con vocaboli ambiziosi, ricercati, eppure spontanei e conditi di una dose inaspettata di entusiasmo? Ti ha persino descritto i suoi progetti per il futuro disegnando con le parole uno scenario, e tu non hai notato l’opera d’arte di fianco alla quale sedevi; non hai visto la luce. Ora proietta la tua mente a quando la bambina bionda, magra e un pizzico timida ti ha sporto un suo disegno raffigurante la sua famiglia: anche tu eri ritratto, rimembri? Vicino a lei, tra voi il suo gatto. L’hai guardata sorridendo ed è stato proprio quel sorriso la prova concreta dell’arte che si manifestava al tuo interno, mentre di fronte a te il lume artistico nascondeva l’impaccio permettendo all’artista di restituire il sorriso che le hai offerto.
Gli esempi di veri artisti avrebbero modo di presentarsi molto più numerosi di quelli già elencati, se solo pensi alle note musicali che hai vissuto fino all’ultima, opponendoti alle fredde parole di chi considerava un disastro la tua voce. Loro ignoravano la luce, tu eri incoraggiato da essa ad avanzare. E poi le immagini che hanno sedotto la tua mente, il suono di parole che hanno messo a dura prova le tue ghiandole lacrimali o la lettura di quelle che ti hanno pienamente catturato. Il tuo inconscio ha visto o intravisto più luce di quanto i tuoi occhi siano in grado di immaginare. La ragione di tutto ciò è perfino notevolmente semplice: l’arte è onnipresente. E’ nella quotidianità ed è pura, è preziosa e merita di essere apprezzata il più possibile. L’arte è tuttavia riservata a chi la sa maneggiare, a volte anche inconsapevolmente, rendendola sempre migliore. Si ha bisogno di viaggiare oltre la superficie e lasciarsi travolgere da essa.
Guardando con l’anima, i puri artisti vengono alla luce.
Diana Greco Ciobanu (2B)