Arrivando in Argentina una cosa colpisce più di tutte: la gente cammina per strada con dei thermos sotto braccio e porta in mano bicchieri di forme strane. No, gli argentini non sono dei pazzi che bevono acqua calda per strada, stanno solamente bevendo mate. Il mate è un tradizionale infuso sudamericano. Si beve principalmente in Argentina, Uruguay, Paraguay e in alcune parti del Brasile, anche se il suo consumo sta diventando sempre più popolare in tutto mondo, Italia compresa. Per gustare questo tè serve prima di tutto un mate, la “tazza” dove si beve. Può essere di legno, di vetro, di metallo, di plastica o addirittura scavato in una zucca o nello zoccolo di una vacca. L’erba con cui si prepara l’infusione si chiama yerba, si può comprare classica, forte, delicata, aromatizzata al limone, alla menta… insomma, ce n’è per tutti i gusti. Per bere l’infuso si usa una bombilla, la “cannuccia” che separa l’acqua dalla yerba. Descrivendolo così sembrerebbe una banale tisana, e non si spiegherebbe né perché si beva nel 98% delle case argentine, né perché sia degno della scrittura di un articolo. Le ragioni sono diverse: tanto per cominciare, numerose ricerche hanno dimostrato che il mate ha ottimi effetti sulla salute. L’infuso, essendo ricco di polifenoli, svolge una benefica azione antiossidante sulle cellule del nostro organismo. La sua assunzione viene consigliata nel caso si sia alla ricerca di una bevanda energizzante alternativa al caffè e priva di effetti collaterali. La yerba mate contiene infatti una sostanza simile alla caffeina, la mateina, che dalla sua parente più nota avrebbe però ereditato esclusivamente proprietà positive e che sarebbe dunque in grado di regalare al nostro corpo ed alla nostra mente un’immediata sensazione di benessere e relax, a cui non conseguirebbero palpitazioni o senso d’agitazione. Il mate migliora anche la concentrazione quando si studia e il buon funzionamento dell’apparato digerente, in particolare del colon. Nonostante tutto questo, definire il mate una semplice bevanda sarebbe riduttivo. In Argentina nessuno beve mate perché ha sete. Certo, è un liquido ed entra dalla bocca, ma in realtà è più un costume, un’abitudine. La maggior parte delle volte è solamente una scusa per sedersi e parlare un po’ di com’è andata la giornata. Questo tè è l’esatto contrario di un cellulare: fa conversare quando lo si condivide in compagnia e fa pensare quando lo si beve da solo. Nel caso qualcuno venga a casa tua, la prima cosa che si dice dopo “hola” è “unos mates?”. Questo succede tra poveri e tra ricchi, con o senza crisi, che ci sia dittatura o democrazia. Qualsiasi sia il prezzo della yerba, non manca mai in nessuna casa, a costo di usarla e riutilizzarla dopo averla seccata al sole. Il mate è amicizia, è condivisione, è sincerità, è rispetto, è l’umiltà di colui che lo prepara meglio di tutti ed è il buon gesto di continuare a bere anche se non ha più gusto solamente perché la conversazione è buona. Il mate è una dolce pausa che si può condividere con chiunque, a volte per apprezzare il sentirsi vicini, a volte per la voglia di riavvicinarsi.
Arturo Valpreda, corrispondente dall’Argentina