È un istante. Un breve momento in cui ci si perde tra le lettere, assuefacendosi alle parole e cedendo al canto silenzioso, quasi ipnotico, che generano i versi. È la più dolce melodia esistente, così semplice nella sua unicità e sincerità. Ed è così facile sentirla: non costa niente, basta permettere alla sua magia di stregarci, avvolgendoci in un morbido abbraccio. Dura solo un attimo, ma è sufficiente per avvertire le parole diventare un tutt’uno con la propria anima, creando un’atmosfera quasi mistica, surreale. È una sensazione che scompare in fretta, senza preavviso, simile ad un brusco risveglio; ma se si presta attenzione si percepisce l’eco di questa meravigliosa sinfonia che ancora risuona nella propria mente.
Ecco: questa è poesia.
È l’arte di usare, per trasmettere il proprio messaggio, sia il significato proprio delle parole, ovvero il significante, sia il suono ed il ritmo che queste imprimono alle frasi.
È un viaggio nell’ignoto, come afferma Vladimir Majakovskij, ma è anche un’ancora di salvezza dal mondo, grazie alla quale, anche se solo per pochi minuti, ci si lascia sommergere dalle emozioni e dai pensieri che essa suscita, estraniandosi dalla realtà e cedendo alle lusinghe del suono più seducente della Terra: la parola.
Perché in fondo, la poesia non è altro che questo: la ragione, la fantasia, l’anima stessa del poeta abilmente trasformate in lettere che insieme creano una dolce musica, come asserisce anche Francesco De Sanctis.
Sono solo poche frasi, che valgono però più di mille parole vuote. Poche frasi, chiare e misteriose al tempo stesso, simili ad un parco illuminato dalla Luna, ricco di luci e di ombre, anche se spesso prevale l’oscurità. La luce rappresenta le parole, chiare nel loro significato letterale, mentre il buio può essere invece paragonato all’immagine che si va a formare nella mente del lettore, al significato che quest’ultimo conferisce ai versi, donando vita e colore alle linee tracciate dall’inchiostro sulla carta immacolata.
La poesia è come una tela vuota, pronta per essere dipinta, ma che resta bianca, in attesa del pittore che la renderà speciale. All’apparenza non è altro che un banale pezzo di carta, ma alla vista di questo foglio intonso, c’è chi pensa ad un luogo speciale, ad una persona cara, chi ricorda una situazione o un momento particolare della propria vita … e c’è anche chi non pensa proprio a niente, per il quale una tela bianca resta solo una tela bianca, che attende paziente di essere riempita di luce e di colore.
Così è la poesia: parole. Un insieme di semplici parole, a cui ognuno, leggendo, può donare un proprio significato, diverso da tutti gli altri, trasformando quelle lettere nella propria poesia, facendola sua per sempre.
Ecco, il pittore è arrivato: ha preso il pennello e ha tracciato la prima linea. Poi la seconda. Poi la terza. E così tutte le altre, fino a creare uno splendido quadro, unico nel suo genere.
Alberta Ivaldi (2D)