Sono venuto a conoscenza tramite vie più o meno traverse delle tremende abitudini della società adolescenziale, che si esibisce in modo più o meno frequente nelle nostre strade, case, bar, luoghi pubblici e via discorrendo. Minorenni, senza ombra di dubbio, che fumano la Svapo, che bevono superalcolici, che si danno anche alle droghe leggere, senza che nessuno dica qualcosa in difesa della loro salute o del pubblico decoro; gli adolescenti coetanei non denunciano per evitare rappresaglie, ritorsioni o semplicemente per non essere esclusi dalla “società adolescenziale”, che prevarica il buon senso del singolo instaurando “dittature” basate sulle mode e sulla forza bruta, deridendo e mortificando, se non aggredendo chi tenta di usare la ragione invece della cieca dedizione a ciò che è figo. E le autorità? Gli adulti? I tabaccai e i baristi potrebbero porre un tempestivo freno al deteriorarsi della situazione, limitando le vendite solo a chi, per età anagrafica, sarebbe autorizzato a bere alcolici e a fumare, ma invece spesso non lo fanno e sembra impossibile arginare il cancro crescente che attanaglia la gioventù moderna. Le autorità preposte possono fare poco: sono in numero esiguo e di certo non possono controllare bar per bar o tabaccheria per tabaccheria, e in un certo senso di sicuro ci sono reati più gravi che il fumo o l’alcolismo giovanile, e le forze dell’ordine hanno delle priorità da rispettare: ma c’è priorità più grande della difesa delle future generazioni? A quanto pare sì. Automaticamente si arriva diritti e filati ad una domanda: e i genitori? La risposta che ci si può dare, per quanto poco convincente sia, è che la mole di lavoro alla quale gli adulti di oggi devono sottoporsi è enorme, e il tempo per i figli è poco; di conseguenza un controllo sulle abitudini dei propri figli diventa difficilissimo, se non sacrificando lavoro e denaro.
Seguendo il filo del ragionamento si arriva ad un’altra domanda ancora più rilevante: da dove arriva l’esempio? Questo quesito è particolarmente complesso e di certo sarò costretto a riassumere all’osso i miei pensieri. Si può iniziare partendo dall’ultimo argomento, il ruolo dei genitori, che oltre al non controllo a volte sono fonte di questo pessimo modello e spesso senza rendersene conto. Ancora, spesso a ragione si dice che a ispirare le cattive abitudini dei ragazzi siano i loro idoli, molto seguiti; in particolare le stelle della musica Trap, che molto spesso esprime messaggi violenti inneggianti alla droga, alcol e via dicendo, denunciando, sì, il disagio sociale delle periferie, ma finendo col coinvolgere e condizionare tantissimi giovani cresciuti – per loro fortuna – lontano da quelle periferie e dai loro gravi problemi.
Stefano Teppa