Impariamo dal nostro passato

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La parola “razzismo” rievoca nella nostra mente immagini del passato, vediamo schiavi in catene che attraversano l’oceano stipati come bestie, vediamo Ebrei confinati in ghetti ed in seguito deportati, vediamo figure come Martin Luther King, le quali non cedono al clima di terrore, rifiutandosi di credere alla decadenza della coscienza umana. Tutte queste realtà, che si collocano nel pensiero comune sotto la materia “storia”, si scontrano sempre più spesso con i titoli dei nostri quotidiani, e con ciò che ormai, è sotto gli occhi di tutti. Si Può assitere di persona infatti, ai cori razzisti contro calciatori di colore, ai linciaggi a danno di Rom, o più semplicemente si possono udire insulti Xenofobici, i quali vertono su diversità di cui l’eventuale “destinatario” non è responsabile. Già prima di Hitler si tentò di spiegare l’arretratezza economica degli stati africani: recenti studi ci hanno dato una risposta, la quale, per quanto possa apparire bizzarra, dimostra  gli svantaggi con i quali il sud del mondo deve fare i conti. Infatti, oltre alla facile reperibilità d’acqua, le importanti rotte commerciali le quali hanno portato all’inevitabile incontro tra i popoli, L’occidente ha da sempre avuto a disposizione il cavallo, il quale contrariamente alla zebra, puo svolgere molteplici funzioni, dalla guerra al trasporto. Ma al di là di queste teorie, fu la scoperta della genetica  e del DNA che ci permise di affermare che in realtà potremmo essere molto più simili ad un abitante degli antipodi che al nostro compagno di banco. Perchè allora si continua a cadere in episodi di alterofobia? La risposta non è semplice, in quanto ognuno la darebbe in base alle proprie esperienze. L’ unica soluzione rappresenta  combattere l’ignoranza, grazie alla quale il diverso ci appare solo come riflesso delle martellanti notizie dei media, spesso volte ad ottenere consensi politici.

Personalmente avevo dei pregiudizi nei confronti dei Rom, ma avendo assistito ad uno spettacolo con la scuola, il quale affrontava questo tema, tra i più vicini alla nostra realtà, ho avuto modo di creare un mio punto di vista, ricevendo per la prima volta informazioni attendibili, le quali  ci hanno permesso di guardare questo popolo con occhi diversi, scoprendoli molto più vicini a noi di quanto immaginassimo.

Ho avuto modo di riflettere, sulle varie migrazioni,  le quali tante volte abbiamo vissuto come protagonisti, sì, esattamente noi che ci definiamo Italiani non siamo altro che la risultante di un crogiolo di popolazioni, dai Romani agli arabi, il quale non sono mai stati accolti a braccia aperte.

Mi è capitato recentemente sotto gli occhi un articolo di un quotidiano Newyorkese,  riguardante la visione che gli  statunitensi  avevano del popolo italiano,  negli anni dove il problema che affligeva il Bel Paese era l’emigrazione, le parole erano le stesse che vengono pronuciate da esponenti della nostra estrema destra. Dovrebbero invece notare anche loro come, le migrazioni portino alla lunga vantaggi enormi, i quali possono scaturire soltanto dalla fusione di popoli con usanze e costumi  differenti. Per citare come esempio la mia città, Torino, prima dell’afflusso dei migliaia di abitanti del mezzogiorno, i quali cercavano fortuna nella nascente industria piemontese, era una città vuota, spenta, dove alle dieci chiudeva ogni locale, ed è solamente grazie a questa fusione che la mia città ha assunto quel tocco di colore e movida , ponendola tra le pime capitali del turismo mondiale. Almeno tu allora,  ricorda:  il tuo Cristo è ebreo e la tua democrazia  greca, la tua scrittura è latina e i tuoi numeri sono arabi.La tua auto è giapponese. Il tuo caffè è brasiliano, Il tuo orologio è svizzero e il tuo walkman  coreano. La tua pizza è italiana e la tua camicia hawaiana. Le tue vacanze sono turche, tunisine o marocchine. Impara dal tuo passato  cittadino del mondo, non rimproverare al tuo vicino di essere straniero !!!

Niccolò Stomeo (2B)

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