Certe cose non vanno via, sono indelebili, macchie che non scompaiono per quanto uno si sforzi di strofinare.
Ma soprattutto certe cose non devono scomparire.
Alcuni preferiscono ignorare,altri dimenticare, come possiamo fare finta di non vedere? di non ricordare?
Chi può voltare le spalle davanti allo sterminio di milioni di persone? Chi ha il coraggio, anzi no, la codardia di fissare gli occhi di una donna morente, attraverso le pagine della storia, e di rimanere impassibile?
Come si può negare il ricordo alla carne di uno di quei bambini, violata dalle pallottole di un fucile nemico?
Non si può semplicemente dimenticare la morte di milioni di innocenti; ebrei, invalidi, omosessuali e prigionieri politici, sacrificati alla pazzia dell’uomo, al suo odio e alla sua più selvaggia e violenta crudeltà.
Io non distoglierò la vista dagli occhi di quelle persone, non eviterò di posare il mio sguardo sulla loro pelle marchiata da un numero e da un infinito dolore.
No, non lascerò che il loro ricordo scompaia dalla mia memoria, soffrirò con loro, guardando un passato che non posso cambiare, ma che c’è, è lì, indelebile inchiostro della storia .
Il massacro di milioni di persone non è trofeo della forza e della grandezza dell’uomo, è una disonorevole macchia nella storia, un inutile massacro di innocenti che ci deve insegnare a capire i gravissimi errori che si commettono e di cui bisogna provare solo vergogna.
Quando penso a cosa ha fatto provo un immenso disprezzo per la razza umana, anche per me stessa, poiché dietro a queste azioni non c’era nessun Dio, ma una persona: carne e ossa come me. Dobbiamo renderci conto che tutti noi avremmo potuto causare questo dolore, per questo bisogna capire ed essere a coscienza del nostro potere e della nostra forza, ma più di tutto, questi fatti ci insegnano come usarli.
A tutte le vittime della pazzia dell’uomo, perché ricordare il vostro dolore è il minimo che si possa fare e poiché non possiamo cambiare il passato dobbiamo lottare per un presente ed un futuro diversi.
Siamo noi a fare la storia e siamo noi a decidere come farla.
Karol Poles (2D)