L’AUSTRALIA E’
l’isola più estesa del mondo
l’unica isola a essere anche un continente
l’unico continente a essere anche una nazione
l’unica nazione nata come prigione
E’ IL PAESE CON
il più grande monolito (Ayers Rock)
il più vasto organismo vivente (la Grande barriera corallina)
il più lungo tratto rettilineo di ferrovia (478 chilometri)
i dieci tipi di serpenti più velenosi
il più alto numero di conigli (oltre 300 milioni).
Bill Bryson, scrittore e giornalista statunitense che per scrivere guide di viaggi ha trovato un nuovo modo, l’Australia la presenta così.
La prima impressione è quella di un noioso libro di viaggi, impressione, come sempre, dovuta alla copertina che a pelle proprio non funziona, ma in pratica, se si ha abbastanza forza da aprire il libro e arrivare alla prima pagina, è un’esilarante susseguirsi di aneddoti che proseguono al fianco di effettive informazioni, raccontati con autoironia da un uomo che ha attraversato in treno l’interno desertico lungo l’Indian Pacific, ha guidato nelle città e lungo le strade costiere, ha camminato nei parchi e navigato su fiumi e tratti di mare.
L’idea che comunemente si ha di tale paese, correggetemi se sbaglio, sono distese di terra e rocce rosse che a strapiombo finiscono nel mare, acqua incredibilmente limpida, onde incredibilmente alte e canguri che saltano ovunque. In linea di massima, sì è vero.
L’Australia è in gran parte vuota e lontana, tanto lontana. La sua popolazione non è numerosa e, di conseguenza, il suo ruolo nel mondo è periferico. Non ha colpi di stato, non esaurisce le riserve ittiche con una pesca dissennata, non finanzia despoti impresentabili, non produce cocaina in quantità imbarazzanti, non usa la propria influenza in maniera arrogante e inappropriata. È un paese stabile, pacifico e buono. Forse con queste parole Bryson può spiegare come mai, visitando il sito de La Stampa, ci vuole la pazienza di arrivare alla seconda pagina della lista degli articoli che contengono la parola Australia per trovare risultati che non riguardino il film e gli orari in cui nel 2008 veniva proiettato nelle sale; per poi capire che, in ogni caso, il fatto che l’articolo contenga la parola tabù non significa che riguardi davvero l’isola più estesa del mondo. Se volete farvi un’idea prendete un anno a caso, magari prima del film, cercate Australia e poi Perù, uno a caso.
Eppure di cose ne sono successe, un primo ministro, per esempio, è scomparso investito da un’onda mentre passeggiava sulla spiaggia.
Con tanto tempo a disposizione Bryson racconta di quest’isola che se ne sta per i fatti suoi, contenta di viver nel suo pezzo di mondo privato, senza l’ansia di farsi conoscere e di irrompere sulle scene, felice di starsene giù in fondo nell’angolino. Sorridendo al pensiero che tanto, come dimostra In un paese bruciato dal sole, “possiamo anche continuare a ignorare questo posto alla fine del mondo, è vero, ma tutto sommato, così facendo a perderci siamo solo noi”.
Maria Perotto (4C)