Che siamo una scuola multiculturale è di dominio pubblico. Che sappiamo convertire questa risorsa in pura emozione è ormai chiaro a chi ha assistito alla nostra Notte Nazionale del Liceo Classico.
La nostra terza, tanto attesa notte dell’11 gennaio ha avuto come filo conduttore il tema Ospite, straniero, migrante, che dalle 18 alle 22:30 ci ha accompagnati in una serie di riflessioni di vario tipo.
È difficile elencare gli interventi più interessanti senza riprodurre il programma stesso. Certo è che le testimonianze degli studenti Silas Gauhl e Atakan Kunduru ci hanno portati dalla Germania e dalla Turchia in Italia, offrendoci il punto di vista di chi arriva nel nostro Paese, seppur in modi diversi, come straniero. Ascoltarli ci ha reso possibile capire come sia determinante il comportamento di chi accoglie nel tendere la mano a chi arriva, per farlo sentire parte della comunità senza dimenticare la ricchezza delle sue origini, e ci ha fatto riflettere sulle politiche adottate in proposito dal nostro Paese negli ultimi anni.
A questo stesso proposito sarà difficile dimenticare la commovente interpretazione teatrale che ci ha rivelato un altro modo di concepire la triste storia di Medea, al cui innaturale gesto non tanto è stata trovata un’attenuante, quanto una spiegazione nella solitudine della donna, ripudiata in un Paese straniero in cui nessuno è pronto a starle accanto: senza nessuno ad accoglierla, la sua storia sarebbe mai potuta andare diversamente?
Per buona parte della serata si sono alternati discorsi – in tante lingue diverse, non sempre facili da comprendere – e il linguaggio universale della musica. Tra le alte, fredde, antiche mura della nostra Aula Magna risuonavano voci greche, latine, francesi, spagnole, tedesche che recitavano poesie, brani e monologhi; da Brecht a Hierro, da Eldorado a Seneca a Prevert,passando per il prof. Demazia e per il nostro compagno Michele Clerici. Il tutto accompagnato da note di piano, chitarra, violino, violoncello.
Tutto è stato preceduto dalla visione del video “Ti porterò a Pompeii”, proiettato in tutti i Licei Classici che aderivano all’iniziativa.
Un posto particolare nella memoria è poi occupato dalla nostra specialissima intervista allo scrittore Carlo Greppi, la cui preparazione ha richiesto un sudato lavoro. Tutto è partito dalla lettura del suo libro “Bruciare la frontiera” da parte di noi ragazzi di UmberTimes, legata a quella de “La frontiera” di Alessandro Leogrande, che ha dato origine a una discussione stimolante e animata in cui ci siamo confrontati sull’attualità del tema “lo straniero”.
Dal primo all’ultimo applauso abbiamo insomma respirato tutti un’aria molto speciale. È stata una conferma di ciò che a scuola ci viene insegnato tutti i giorni: il valore della xeníagreca, l’ospitalità che in tempi remoti e attuali è ricchezza per chi arriva e per chi accoglie, per chi parte e per chi resta. Per noi ragazzi di prima, in particolare, è stata un’esperienza molto importante, perché ci ha dato motivo di credere che con questa scuola, pur senza staccare i piedi da terra, andremo davvero lontano.
Irene Scali