Intervista a Pietro Teggi (Rettore Umberto I)

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Le nostre inviate con Pietro Teggi

Le nostre inviate con Pietro Teggi

Tra la folla colorata e urlante che non fa altro che acclamare con cori da stadio la propria città e il proprio Convitto, individuiamo il nostro Rettore: Pietro Teggi. Gli chiediamo di concederci alcuni minuti per una breve intervista.

 

 

Come mai dopo tre anni si è deciso di spostare la sede delle Convittiadi da Lignano Sabbie D’oro a Bardonecchia?

Beh, la sede di Lignano era un’ottima struttura soprattutto a livello logistico ed impianti; però è proprio dello spirito delle Convittiadi il fatto di far ruotare la sede tra i vari Convitti d’Italia e, in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità, Torino ha deciso di proporsi per l’assegnazione.

C’è stato qualcuno che non fosse pienamente d’accordo di spostare l’evento a Bardonecchia?

Non si può sicuramente parlare di opposizione, ma al massimo di dispiacere soprattutto da parte degli organizzatori precedenti in quanto la gestione da parte loro era stata piuttosto soddisfacente. Però appunto un cambio di loco era prevedibile in quanto, per esempio, sappiamo già che nel 2012 le Convittiadi si svolgeranno a Cagliari.

Quale messaggio trasmettono o dovrebbero trasmettere le Convittiadi?

Dunque, i messaggi sono principalmente tre: il primo è quello di imparare per i ragazzi a confrontarsi nello sport con lealtà, per crescere imparando i valori di competizione e tolleranza. Le Convittiadi, però, non dovrebbero essere solamente un momento di apprendimento per i più giovani, ma anche per tutte le altre istituzioni educative, a livello sia dei collaboratori, sia a livello nazionale, appunto tra tutti i Convitti.

Qual è il suo rapporto con lo sport?”

Fino all’età di vent’anni sono stato un grande sportivo, poi in seguito a un incidente che ancora mi blocca sono purtroppo stato costretto a passare dalla categoria degli sportivi a quella degli spettatori, cosa che non vi consiglio, perché voi dovete continuare a praticare attivamente gli sport!

 

Una foto ricordo e via … il lavoro ci chiama.

 

Nastassia Aldanese

Bianca Viano

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