Intervista esclusiva del Cern

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images-cernEra una mattina buia e tempestosa…
All’uscita del CERN (Centro europeo per la ricerche nucleare situato al confine tra Francia e Svizzera) i grandi attori escono dal backstage e ci concedono un’intervista esclusiva. Uno di loro, ancora stanco e spossato,riporta: “Non è mica una vita facile la nostra tra esplosioni, lanci e accelerazioni. Certo è anche vero che ricopriamo ruoli importanti e che senza di noi buona parte di questi seri e imperturbabili fisici provenienti da tutto il mondo sarebbe senza lavoro.
Siamo come dei burattini nelle mani di tanti Mangiafuoco che sul palco di LHC (uno dei numerosi stabilimenti in cui è diviso il CERN) ci manipolano a loro piacimento. A quanto so, quello a cui aspirano e di ricreare le stesse condizioni che si sono verificate subito dopo lo scoppio del Big Bang. Dopo vent’anni di lavori per realizzare il “Large Hadron Collider”, l’acceleratore di particelle più grande e potente del mondo, questi cervelloni producono ogni giorno centinaia di mini esplosioni con la speranza di poter trovare delle risposte esaurienti a domande sull’origine dell’universo, le dimensioni che compongono il cosmo, le caratteristiche della materia oscura. L’acceleratore è situato all’interno di un tunnel circolare di 27 km di lunghezza e si trova a 100 m di profondità in media e non vede solo noi come protagonisti: inizialmente tutti noi veniamo separati dalla nostra anima gemella, il caro elettrone, e grazie alla presenza necessaria di un fortissimo campo magnetico veniamo letteralmente sparati nell’acceleratore fino a quando non collideremo con una altro fascio di protoni (NdR: sì, i nostri grandi protagonisti in realtà sono dei minuscolissimi protoni). Questa collisione , oltre che a provocare varie ferite e rotture nei nostri piccoli corpicini informi, produce un’energia tale da raggiungere i 14 TeV (Teraelettronvolt, che per chi non lo sapesse equivalgono a 14.000 miliardi di elettronvolt, 1 TeV = 10¹² eV = 1,6022 x 10¯7 J), roba da non crederci insomma.
Beh dopo tutto non posso proprio lamentarmi, ci sono altri miei colleghi che stanno molto peggio di me: qui sicuramente la compagni non manca, tra elettroni, neutrini e quark e … Come dite? La paga? Alta? No, quello di certo no, visto gli ultimi tagli dello stipendio, però posso dire che ogni sera quando torno a casa mi sento soddisfatto e realizzato perché faccio parte di un’importantissima organizzazione di pace: qui infatti persone da tutte le parti del mondo si incontrano, collaborano, discutono. Riescono a lavorare insieme persone provenienti da paesi in guerra tra loro, ad esempio israeliani e palestinesi. In questo senso il CERN è un laboratorio di pace. Ricordo ancora le parole, in occasione del trentesimo anniversario del CERN tenutosi nel 1984, di Isidor Isaac Rabi: « Il CERN è stato fondato meno di 10 anni dopo la costruzione della bomba atomica. Penso che l’esistenza della bomba abbia avuto una grande importanza nel rendere possibile il CERN. L’Europa è stata teatro di violente guerre per più di duecento anni. Adesso, con la fondazione del CERN, abbiamo qualcosa di diverso. Spero che gli scienziati al CERN si ricordino di avere anche altri doveri oltre che proseguire la ricerca nella fisica delle particelle. Essi rappresentano il risultato di secoli di ricerca e di studio per mostrare il potere dello spirito umano, quindi mi appello a loro affinché non si considerino tecnici, ma guardiani di questa fiamma dell’unità europea, così che l’Europa possa salvaguardare la pace nel mondo. »”

Martina Calvetti (5B)

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