“Mangio giù, dove si mangiano i panini. Io volevo mangiare con i miei amici. Ma non me lo fanno fare. E mi sembra strano che si dividano i bambini stranieri da quelli italiani, che invece mangiano a mensa”.
“Brava sindaco. Questi sono qua parassitari degli italiani. Sono come le zecche dei cani.”
Le prime, parole di un bambino. Un bambino che con la voce rotta e gli occhi lucidi racconta dell’incredibile situazione di discriminazione che sta subendo a scuola.
Le seconde, parole di un uomo sotto il municipio di Lodi, a urlare a squarciagola la sua approvazione per le nuove normative in vigore.
Vergognoso. L’unico aggettivo che si può utilizzare per descrivere quello che sta capitando nel comune lombardo.
Tutto è incominciato in piazza Broletto, sede del Comune, quando la sindaca leghista Sara Casanova ha firmato una delibera del consiglio comunale che modifica una serie di articoli del “vigente regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate”. Il nuovo testo chiede agli extracomunitari che vogliono accedere alle agevolazioni sociali di fornire una certificazione di non possesso di case, conti correnti e auto nel loro Paese di origine, con allegata la traduzione in italiano valida legalmente. L’obbligo di produrre questa documentazione crea non pochi problemi: non tutti gli Stati infatti sono pronti a rilasciare questa certificazione e in tempi utili. Il risultato è che i genitori non vengono ammessi a agevolazioni senza la documentazione e in questi giorni si sono visti recapitare a casa fino a 700 euro di retta da pagare. Molte famiglie non riescono a rientrare nei costi. In sintesi: niente documentazioni, niente agevolazioni, niente mensa e scuolabus.
“L’anno scorso pagavo 1,20 euro al giorno per la mensa, ora dovrei pagarne oltre sei” racconta Saber, egiziano in Italia dal 1999. “Fino al 2013 ho sempre lavorato e ho sempre pagato le tasse qui, non certo in Egitto. Oggi vivo con un contratto di 16 ore settimanali, circa 800 euro al mese”. In casa vivono la moglie e i suoi tre bambini. Per ognuno c’è la mensa e lo scuolabus che, con le tariffe più alte, costa 220 euro al mese per il primo figlio, 110 per il secondo, 95 per il terzo: 425 in totale ogni mese. “I miei figli per ora portano il pasto da casa… non possiamo permetterci diversamente”.
Senza le agevolazioni, queste famiglie vengono inserite nella fascia economica più alta e costrette a pagare 5 euro per ogni pasto e 210 euro a trimestre per l’uso dello scuolabus: cifre che molti non si possono permettere e che di fatto escludono i loro figli da servizi che invece vengono garantiti ai figli dei cittadini italiani. In assenza dei servizi di autobus e di mensa, i genitori stranieri sono costretti ad accompagnare e riprendere i figli a scuola sia al mattino sia durante i pasti, per dargli da mangiare a casa. Addirittura all’ingresso di una mensa scolastica è stata posizionata una guardiana con il compito di controllare che solo i bambini in regola potessero accedere al pranzo. Due scuole permettono eccezionalmente ai bambini di portarsi il cibo da casa e mangiare in aule separate dal refettorio. Questi bambini sono tutti nati in Italia e tutti figli di immigrati, di lavoratori nel nostro Paese da molto tempo, alcuni da oltre vent’anni. Bambini costretti a mangiare in una stanza a parte, bambini che si porteranno dietro l’idea di essere diversi, di essere sbagliati.
“Allontanare alcuni bambini della scuola, farli mangiare a parte perché non aventi diritto è un delitto contro l’infanzia, un delitto scellerato. Chi conosce i bambini sa che cicatrici lasciano certe ferite su quegli innocenti” commenta su Twitter Nicola Piovani, pianista e direttore d’orchestra italiano.
L’opposizione intanto si scaglia contro la sindaca leghista. Pd e 5 Stelle hanno protestato, i primi sostenendo che così non si può andare avanti perché coinvolti ci sono i bambini e i secondi che hanno presentato ricorso perché queste modifiche vengano annullate.
“Vedere dei bambini discriminati fa male al cuore – scrive Renzi su Facebook – La politica basata sull’odio e sulla paura genera mostri. Quello che sta accadendo è disumano. Siamo minoranza, ma non staremo zitti, non rinunceremo mai a essere civili”.
Rincara la dose il segretario del Pd Maurizio Martina: “Come fa ad addormentarsi sereno un sindaco che caccia bambini dalla mensa? A quale livello di meschinità siete arrivati?”.
Il Comune inoltre sembra avere usato criteri molto severi per valutare i documenti presentati dai genitori stranieri. Hajat, una donna di origini marocchine, ha raccontato a Piazzapulita di essere andata in Marocco a sue spese per ottenere i documenti che certificano la nullatenenza del suo nucleo familiare: dopo averli trovati li ha presentati al Comune, che però li ha respinti per ragioni che Hajat dice di non aver capito.
“Sono mesi – protesta Simonetta Pozzoli, consigliera Pd ed ex assessore all’Istruzione – che lottiamo per trovare una soluzione. Abbiamo presentato degli emendamenti, delle richieste per attenuare il provvedimento facendo un elenco preciso dei Paesi dove non si possono avere queste certificazioni. Abbiamo presentato una delibera che chiedeva una sospensione ma ha avuto parere tecnico negativo. L’abbiamo riformulata ma non è stata presentata ancora in consiglio. Ci sono Paesi dove si non si riescono nemmeno ad avere queste informazioni. In Senegal ed Equador non c’è un catasto informatizzato. Abbiamo in mano una dichiarazione del consolato dell’Equador che dice che non è possibile avere questi riscontri.”
“Chi vuole la tariffa agevolata per le prestazioni legate alla scuola deve portare la documentazione richiesta – minimizza in risposta il sindaco- Come deve fare chiunque. Loro, a maggior ragione, se vogliono integrarsi, qualche sforzo dovranno pur farlo, no?”. Per poi concludere con disprezzo: “Se non hanno i documenti in regola accompagnino i bambini in bicicletta o a i piedi e mangino panini.”
Nell’attesa di una soluzione, resta un dato di fatto: oggi molti bambini a Lodi vengono discriminati e rischiano di non andare più a scuola. Pur essendo nati qui, in Italia.
Vergognoso. Questo Paese che rende possibile, che rende legale la discriminazione. Vergognosa. La sindaca di un comune di 50000 abitanti che con tanta leggerezza, con tanta indifferenza, con tanta crudeltà ghettizza bambini dentro le scuole, i luoghi sacri e intoccabili dove vengono insegnati i valori della tolleranza,dell’uguaglianza, del rispetto. Vergognosi. Gli uomini in piazza a gridare insulti agli stranieri, ai bambini extracomunitari, incitati dall’odio e dal razzismo creato da questo governo, dagli stessi ministri che dovrebbero condannarli senza scrupoli.
Dov’è l’umanità?
Dove si trova la forza di odiare così tanto, con così tanta rabbia bambini innocenti?
Dove sono finiti i cortei antirazzisti, gli slogan per l’uguaglianza? Dove li hanno buttati i libri di storia, i ricordi delle leggi razziali? Dove sono i nostri valori, le nostre leggi, la nostra costituzione?
È ora di dire basta. Non si può più tollerare questa spregiudicata intolleranza.
Elisa Buglione-Ceresa