Norwich, ore 9 circa di mattina: un uomo sale alla fermata di Hellesdon con il suo cane. Dopo un attimo mi rendo conto che l’uomo è cieco. Nell’esatto istante in cui comincia a dirigersi verso i sedili (nota: l’autobus è pieno) tre persone si alzano in piedi per fargli posto e almeno cinque si offrono di aiutarlo guidandolo verso un sedile disponibile. Dopo che si è seduto, il suo vicino gli chiede a che fermata debba scendere e al momento opportuno lo aiuta a dirigersi verso le porte. Tutto ciò si ripete per le quattro mattine successive e c’è sempre qualcuno che lo aiuta.
Aeroporto di Lisbona, servizi igienici: ad un’addetta alle pulizie cade di mano il cestino che stava vuotando, rifiuti si spargono per il pavimento. Mi affretto ad aiutarla e con mia grande sorpresa due donne fanno altrettanto. L’addetta ci ringrazia e ci sorride gentilmente.
Torino, una sera di novembre; un ragazzo in carrozzina riesce miracolosamente a salire sul pullman (miracolosamente perché il mezzo è sprovvisto di pedana per disabili) grazie all’aiuto del conducente. Al momento di scendere il ragazzo si getta giù dal gradino dell’autobus e atterra male, cadendo su un fianco. Il conducente si precipita ad aiutarlo: nessuno degli altri passeggeri si alza per soccorrerlo. Qualcuno sbircia pigramente fuori dal finestrino per vedere l’accaduto ma niente di più.
Torino, una via del centro. Un senzatetto che chiede l’elemosina è seduto sulla gradinata di una chiesa con il suo cane. Sta conversando con un’altra persona. Lascio cadere una moneta nel suo bicchiere. Il senzatetto interrompe la conversazione per rivolgermi uno svogliato “grazie” senza nemmeno guardarmi. Neanche un sorriso.
Dovrei essere stupita dalla gentilezza delle persone, o essere sconvolta dal loro totale disinteresse? Ciò che mi ha maggiormente colpito è che, sebbene abbia citato solo alcuni esempi, ho assistito a diversi episodi di questo tipo e mi dispiace affermare che la maggior parte di quelli negativi sono successi proprio in Italia.
Non è mia intenzione generalizzare, non voglio neanche diventare antipatriottica, però il fatto di essere sorpresa dalla cortesia delle persone negli altri Paesi è a dir poco preoccupante: mi sto rendendo conto che lo stereotipo dell’italiano menefreghista ed egocentrico ha un fondo di verità da non sottovalutare. Basterebbe che ognuno compiesse un piccolo gesto, ogni tanto, una piccola dimostrazione di altruismo che, pur essendo quasi insignificante, migliora la giornata di chi la compie e chi la riceve (e spesso, anche di chi vi assiste). Non alimentiamo i già numerosi stereotipi sul nostro conto.
Francesca Piovesan (3E)