Un gruppo di ragazzi eccellenti
Il pomeriggio del 3 marzo, al Convegno dei L.C.E. italiani che si è tenuto a Roma dal 2 al 5 marzo scorso e dal titolo “Licei Classici Europei: non scuole d’élite ma laboratori di contaminazione”, è stato affrontato il problema più importante per la salvaguardia della nostra scuola: i 54 rappresentanti dei diversi istituti, suddivisi in cinque gruppi, si sono preoccupati di stilare una lista che comprendesse i punti di forza e i punti critici che sono stati riscontrati all’interno della nostra sperimentazione.
Ognuna di queste cinque commissioni doveva focalizzarsi su un solo ambito scolastico, rendendo chiaramente più approfonditi i commenti e le proposte emersi: si sono infatti affrontate le questioni in merito all’ambito umanistico, linguistico e scientifico, da un lato e le problematiche relative all’esame di stato e al monte orario, dall’altro.
Ciascun laboratorio era composto da un capo di commissione, ovvero da un ragazzo del Liceo di Roma, e da un vice commissario del Liceo di Napoli, in quanto organizzatori dell’evento, ed oltre a loro vari rappresentanti di altri istituti.
L’obiettivo principale era quello di redigere dei documenti che fossero in seguito posti all’attenzione dei convegnisti in assemblea plenaria.
Questa, che ha sancito la chiusura dei lavori, è stata presidiata dall’Ufficio di Presidenza e ha visto la partecipazione di tutti i ragazzi.
All’assemblea vanno riconosciuti molti meriti: il tutto è stato svolto con una rigorosità ed una precisione encomiabile, l’atteggiamento dei presenti è stato corretto, rispettoso e molto formale, specialmente per quanto riguarda la Presidenza che si è occupata di concedere la parola, di tenere il tempo di ogni intervento e di conteggiare i voti.
Per quanto mi riguarda, considero del tutto meritato l’appellativo di ragazzi di “eccellenza”, che (modestamente) ci è stato affibbiato.
Giulia Porcellana (4A) – Inviata speciale dell’UmberTimes
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