Knock knock, let the devil in!

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venomVenom, supervillain dell’universo di Spider-man, creato dalla penna di David Michelinie e dalla matita di Todd McFarlane nei lontani anni ‘80, ha acquistato molta popolarità diventando una delle nemesi dell’Uomo Ragno.

Nel corso del tempo ci sono state diverse occasioni per vedere in azione la figura del simbionte. Per esempio nel 2007, in Spider-man 3, oppure più recentemente nel film omonimo.

Il protagonista, interpretato da Tom Hardy, è il rinomato giornalista televisivo Eddie Brock, che, dopo una spiacevole concatenazione di eventi, tra i quali scontrarsi con il proprietario di un’azienda farmaceutica molto famoso, l’aver perso il lavoro e l’esser stato lasciato dalla propria ragazza, entra in contatto con il simbionte. Dopo un iniziale rapporto conflittuale nascerà una vera e propria amicizia umano-parassitaria.

Nonostante provenga dall’universo Marvel, questo film non ha convinto gli spettatori che l’hanno trovato pieno di imprecisioni e a tratti noioso, pur riconoscendo il valore dell’interpretazione di Tom Hardy.

Ciò che però ha fatto più storcere il naso al pubblico e alla critica è stata la decisione del regista Ruben Fleischer di voler mettere in risalto maggiormente il protagonista Eddie Brock rispetto al personaggio da cui prende il nome il film, Venom.

La figura del simbionte entra in scena, infatti, solo dopo circa 50 minuti, rendendo il film fino a quel punto noioso e poco accattivante. La seconda parte del film regala al pubblico scene d’azione in cui Venom risulta in piena forma, in cui l’attenzione non cala mai e la voglia di rivedere il simbionte cresce.

Come ogni film Marvel che si rispetti, la scena aggiuntiva finale fa ben sperare in un sequel.

Questa volta – si spera – con il simbionte assoluto protagonista.

Paolo Galieri

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