Da quest’anno per gli studenti del Liceo Scientifico del Convitto Umberto I di Torino si apre una nuova prospettiva, quasi unica in Italia: la possibilità di avere il cinese come prima lingua straniera.
Una semplice novità in campo linguistico che mira a rendere “cittadini del mondo” i giovani della generazione del nuovo millennio o un modo per aumentare le iscrizioni in previsione dei nuovi tagli alla scuola pubblica italiana?
Chiedetelo al Rettore se volete, resta il fatto che questa scelta apre certamente nuovi orizzonti culturali e aumenta le possibilità di trovare un impiego in una società dove il lavoro scarseggia.
E i neo cinesini cosa ne pensano? Difficile dirlo con precisione, ma in generale questa novità riscuote molto successo e pur con tutte le sue difficoltà è stata accolta con entusiasmo da tutti (anche perché la prospettiva di uno stage di tre settimane in Cina promette bene).
Difficile dire perché ventisei persone abbiano scelto, invece di una lingua più semplice come lo spagnolo, una lingua dove se non stai attento rischi di dare del cavallo a tua madre o di minacciare di morte qualcuno mentre tenti di dirgli “ti amo” e dove non esiste un alfabeto ma solo ideogrammi (e in confronto i geroglifici sembrano facili). Ad ogni modo è evidente che queste persone hanno imboccato un sentiero molto tortuoso che li può portare da qualsiasi parte, in un futuro che quasi sicuramente sarà in mano alla Cina.
E non stupitevi leggendo questo, perché è vero: la Cina è ormai, nonostante la crisi, una potenza mondiale emergente in tutti i campi.
In conclusione possiamo solo sperare che questa novità dia i suoi frutti nei prossimi anni, magari con eventuali scambi con la Cina, e chiedervi di augurarci buona fortuna: ne avremo bisogno.
Davide Costa, Elena Cuatto (1H)