Nella vita bisogna imparare a cogliere sempre le opportunità, soprattutto quando ci vengono presentate su un piatto d’argento. Ad ottobre 2015 è iniziato, in Convitto, un corso gratuito di cinese di una durata di trenta ore. Avendo già avuto la possibilità in precedenza di addentrarmi in questa lingua, da autodidatta seguivo delle lezioni online, ne ho approfittato e mi sono iscritta. Così il terzo sabato di ottobre, giorno successivo al Confucius Day celebratosi nel cortile della scuola, mi sono alzata presto e con tanta voglia di imparare, pronta per venire a contatto con la cultura orientale. La professoressa Valesio, docente sulle sezioni 2° e 5°H, ha accompagnato un gruppo di ragazzi in questo percorso unico, per un totale di quindici lezioni, fino a febbraio. Durante il corso svoltosi ogni sabato in Aula Confucio abbiamo appreso le basi della lingua come, ad esempio, le frasi per presentarsi e fare domande, oppure numeri, semplici vocaboli e ovviamente la grammatica. Inoltre ci siamo potuti mettere in gioco leggendo con i giusti toni e le pronunce vari dialoghi, ascoltati in precedenza da madrelingua cinesi. Uno degli ultimi sabati abbiamo avuto l’opportunità di svolgere la lezione con Chen, una ragazza di Beijing che ci ha presentato alcuni aspetti delle festività cinesi, in particolare il Capodanno. Successivamente abbiamo intagliato la carta, riprodotto i famosi nodi cinesi e creato vari cartelloni con i caratteri che auguravano una buona festa. In preparazione all’incontro noi studenti in erba abbiamo prodotto un breve scritto di presentazione, descrivendo le nostre passioni, i nostri contatti e utilizzando frasi semplici, ma nuove per noi. La cultura cinese è affascinante in ogni suo aspetto, per cui per noi è stato incredibile venirne a conoscenza in qualsiasi momento. L’esperienza, oltre ad averci aperto gli occhi al mondo dei costumi orientali, ci ha anche permesso di conoscere altri ragazzi della scuola con il quale tutt’oggi comunichiamo. Le tradizioni della Cina sono diventate parte di noi e, ogni volta che incontriamo un cinese in via Garibaldi, ora lo salutiamo da lontano con un festoso “ni hao!”.
Claudia Brizzi (4E)