02:30. Questo oscuro silenzio è interrotto solamente dal “Plic” delle gocce d’acqua che ormai scendono dal cielo da ore. Se si tendono le orecchie è udibile anche il rimbombo di alcuni tuoni in lontananza. Fuori dalla finestra è buio, come d’altronde ogni notte a quest’ora.
Secondo le teorie popolari -le stesse che dicono che il bianco è bianco e che il nero è nero e che i cani non volano- quando la sera il sole inizia a tramontare, il giorno lascia spazio alla notte.
Probabilmente nessuno si è mai chiesto perché la fascia oraria compresa tra le 20:00 e le 06:00 (circa) venga chiamata così. In fondo, è solamente un nome come un altro, solamente un insieme di lettere puramente causale.
Varie testimonianze affermano che la notte sia magica; è di notte che riesci finalmente a stare davvero solo con te stesso; è di notte che due amanti riescono a mettere a nudo i propri sentimenti, senza sentire il bisogno di usare parole.
Nonostante quanto è stato appena affermato, odio la notte. Durante il giorno si è così impegnati che, inevitabilmente, di notte si inizia a pensare ai momenti negativi. Quando si è bambini si pensa al giocattolo rotto; quando si inizia a crescere, i pensieri crescono insieme alla persona e vanno a urtare universi come la morte.
Dopo aver raggiunto la fascia di età in cui si è adulti un giorno sì e l’altro no -chiamata anche adolescenza-, la mente è invasa quotidianamente da pensieri negativi.
Il suono della pioggia che imperversa si mescola a quello delle lacrime trattenute e dei singhiozzi soffocati che soltanto una notte buia come questa avrebbe potuto liberare.
Le tenebre che circondano la Terra, la notte sovrana e maestosa che abbraccia miliardi di adolescenti, tutto qui intorno sembra chiedere di sfogare questa frustrazione.
È così che discorsi che nessuno ascolterà -se non la stessa artefice della loro creazione- vengono liberati nell’aria, e persi tra migliaia di altri nella vastità dell’universo.
E ci si chiede cosa sia successo, come sia stato possibile che emozioni così nascoste siano state svelate proprio dalla tanto detestata notte. Per poi rendersi conto che forse si è soltanto un piccolo puntino in un mondo di complessati che fa pensieri più grandi di sè alle tre di notte, perché è l’unica cosa che probabilmente riesce a fare.
E inevitabilmente ci si rifugia nelle braccia di Morfeo, che finalmente riesce a rendere libero ogni puntino prigioniero della grande regina Notte.
Francesca D’Addeo (2D)