Il tema affrontato nella conferenza di Giovedì 22 aprile è stata la situazione attuale del Sahara occidentale,nonché la tragedia del popolo sharawi,che tuttora viene ignorata dalla maggior parte della comunità internazionale. Il Sahara occidentale,una regione del Nord Africa,è stata colonia spagnola fino al 1976,quando,dopo la morte del dittatore Franco,Madrid ha deciso di disfarsene. Il territorio è stato poi subito occupato al Nord dal Marocco e al Sud dalla Mauritania. Migliaia di sahrawi,per sfuggire ai bombardamenti marocchini,si sono ritirati nel deserto algerino di Tindouf,una zona considerata tra le più invivibili del nostro pianeta:una distesa monotona di pietre e sabbia,dove il caldo insopportabile non dà spazio a una leggera brezza o ad un filo d’ aria. E’ in questo territorio,abitato da tendopoli,dove regnano malattie epidemiche, che colpiscono in modo particolare i bambini,che una delle operatrici socio-sanitarie dell’associazione “Reability” ha offerto il suo aiuto,in particolare,ai bambini disabili di questo paese sottosviluppato,cercando di migliorare piccoli aspetti della loro “vita”. La condizione di quel popolo,ci ha spiegato, è drammatica;è da circa trent’anni che vivono in attesa di poter ritornare nelle proprie terre. Nel frattempo,per rivendicare i propri diritti,hanno creato il Fronte Polisario,un movimento politico e militare, che si batte per ottenere l’indipendenza dal Marocco.Ed è da innumerevoli anni che aspettano da parte dell’ONU,della comunità internazionale,un referendum per l’autodeterminazione del popolo saharawi.
Attraverso questa conferenza ho potuto conoscere la realtà di questa regione,non dissimile da quella di molte altre dei paesi sottosviluppati:una realtà difficile.
Veronica Revelli (1C) |
La situazione del Sahara occidentale
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