Futuro. Che parola particolare. Ormai in molti pensano al futuro come se fosse irraggiungibile. Come dar loro torto? Guardiamoci intorno: tagli di qua, tagli di là …
Ora se si chiede a qualche ragazzo, ormai prossimo alla scelta di un lavoro e di una specifica facoltà universitaria, cosa vorrà fare in futuro, saranno in pochi a dare una risposta certa e comunque anche quei pochi, nel momento in cui risponderanno, si riempiranno la mente di dubbi.
“Sarà la scelta giusta?” Questa domanda se la pongono in molti ed è giusto avere dei dubbi, ma questi spesso non sono legati al fatto di avere molte possibilità e tra tutte avere scelto quella meno adatta, ma al fatto che ormai di possibilità non ce ne sono.
Magari c’è qualche ragazzo che vuole fare un percorso specifico perché ne è appassionato sin da piccolo, allora ne parla con i suoi genitori per avere la loro approvazione, ma ormai le risposte più gettonate sono: “Farai la fame con quel lavoro” oppure “non troverai alcun lavoro in quel campo”. È impossibile dire che non abbiano ragione.
Lo Stato italiano dice ogni giorno che farà spazio ai giovani, che il futuro è nelle loro mani, ma poi nello stesso momento, si contraddice aumentando l’età pensionabile, facendo sempre più tagli ai posti di lavoro … Basta ipocrisia!
I politici si chiedono perché i giovani non hanno più fiducia in loro … È ovvio! Anziché risparmiare hanno sperperato soldi pubblici, perciò ora siamo talmente in crisi che non resta altro da fare che “castrare” il futuro dei giovani.
La vera domanda che ormai dovremmo porre ai genitori, quindi, e poi anche allo Stato è: “dove ci sono le possibilità per noi?”
Domiziana Aimar (2B)