Araure, Marzo 2014
È proprio vero quando si dice che ci si rende conto dell’importanza degli amici quando non sono al tuo fianco. Sono già passati due mesi da quando ho cambiato famiglia e città e ho dovuto iniziare tutto da capo in un’altra scuola.
Nella scuola a Barinas avevo fatto fatica a trovare veri amici ma avevo incontrato una persona con la quale iniziavo ad avere un buon rapporto. Lei è una ragazza che fin dal primo giorno si è avvicinata a me con un sorriso, probabilmente molto incuriosita dalla mia presenza. Da subito mi ero resa conto che non era come tutti gli altri, lei aveva bisogno di una nuova amica che potesse aiutarla … Ed eccomi lì, mi aveva finalmente trovata!
Non pensavo potesse insegnarmi così tante cose, forse perché lei ha due anni in meno di me e non pensavo che in così pochi anni avesse vissuto tante esperienze, belle e brutte, che l’hanno aiutata a crescere e a diventare più matura dei suoi coetanei.
Si chiama Zairi, ha 16 anni e vive in uno dei barrios più pericolosi della città. Potete immaginarvi da soli in che casa vivesse: sporca, disordinata, senza un tavolo su cui mangiare, le sedie che c’erano erano tutte rotte e condivideva il poco spazio con sua madre, il suo fratellino piccolo e quello grande già sposato con due figli piccoli.
Non avrei mai immaginato di ricevere un invito da parte sua per andare a pranzare da lei. Forse perché noi non siamo abituati a mostrarci in certe situazione per paura di essere giudicati o di sentirci in imbarazzo, ma vi assicuro che lei non provava nessuno di questi sentimenti. Quello che a lei importava era avere un’amica nuova da presentare a tutti, ma che allo stesso tempo potesse diventare un aiuto, un appoggio e un motivo di svago e divertimento.
Lei mi ha sempre raccontato che nella casa si sente sola; la madre l’aveva sempre responsabilizzata molto, l’aveva incaricata della cura della casa e dei fratelli, senza appoggiarla.
Mi sono accorta di quanto aveva bisogno di aiuto quando un giorno a scuola mi chiama e mi dice che ha bisogno di parlarmi.
Lei si sente molto forte per il fatto che ha vissuto moltissime esperienze, e cerca di nascondere le proprie debolezze. Quel giorno ha iniziato a raccontarmi un episodio della sua vita che l’aveva fatta stare davvero male senza che io le chiedessi nulla, ma semplicemente facendomi capire che aveva bisogno di sentirsi ascoltata.
Ha iniziato a parlarmi convinta, senza fermarsi, tutto di un fiato fino a quando non ha più resistito e mi ha abbracciato scoppiando in lacrime.
Penso che questo momento sia stato uno dei più forti e toccanti della mia permanenza qui fino ad oggi; è un momento che sempre mi ritorna alla mente facendomi riflettere. È un’amicizia che mai dimenticherò e mai abbandonerò perché, anche se non le sono vicina in questo momento, mi sono resa conto di quanto possiamo essere utili per gli altri anche senza necessariamente raccontargli di noi, di quello che ci piace o sforzarci per consolarli; a volte la cosa più importante è sederci e ascoltare in silenzio. Ho pensato molto a quante volte avrei avuto la possibilità di aiutare qualcuno e non l’ho fatto perché non mi stava simpatico o semplicemente non ne avevo voglia. Quando ci mettiamo in gioco riusciamo a colpire molti più aspetti interessanti e sconosciuti che potrebbero arricchire la nostra esperienza, come è successo a me, senza sforzarci.
È proprio vero che non ci rendiamo conto di quante cose materiali abbiamo e vogliamo quando in altre parti del mondo o semplicemente vicino a casa nostra c’è qualcuno che l’unica cosa che vorrebbe è un amico che possa ascoltarlo.
Zairi è l’amica con l’A maiuscola perché mi ha permesso di mettermi in gioco per qualcosa di davvero importante e mi ha fatto capire quanto lanciarci verso qualcosa di sconosciuto possa aiutare gli altri e anche noi stessi!
Non sempre è necessario fare le cose in grande perché un abbraccio è più grande di un regalo.
Irene Peiretti (4C)