Scegliere di passare un semestre o addirittura un anno scolastico all’estero non è una decisione facile o da prendere alla leggera, ci sono diverse cose da valutare, come il fatto di dover lasciare la propria famiglia, gli amici, le proprie abitudini quotidiane e anche la propria scuola per un determinato periodo di tempo. Le paure che si possono avere sono tante: come farsi nuove amicizie dal nulla, come imparare a cavarsela a migliaia di chilometri da casa lontani dai propri genitori e a parlare in una lingua che non è la propria, ci si chiede se verremo dimenticati dai nostri amici, se rimarremo troppo indietro rispetto alle loro vite, senza la possibilità di potersi parlare e aggiornarsi di persona ogni giorno, se sarà possibile trovarsi bene con una nuova famiglia e sono tanti gli altri dubbi che affollano la testa.
Quando si parte alla volta di questa nuova esperienza non ci si rende bene conto di quello a cui si andrà in contro fino a quando non si arriva a destinazione e non si realizza che un nuovo e importante periodo della propria vita, lontano da casa, sta cominciando. Tutte le cose che si temevano prima della partenza si ingrandiscono, ci si sente totalmente spaesati e catapultati in un’atmosfera diversa dalla solita. Ci si trova davanti a tutta una serie di cose nuove a cui ci si deve abituare che entrano a far parte della propria vita e che giocheranno un ruolo molto importante dall’inizio alla fine dell’esperienza. Sicuramente una delle cose che preoccupa di più dopo la lingua è quella di non riuscire a fare amicizia e di rimanere esclusi a scuola. Infatti è certamente una delle cose più difficili da fare perché bisogna ricrearsi delle nuove amicizie completamente da capo, in un ambiente in cui ormai tutti si conoscono da un certo tempo e sono abbastanza legati fra di loro. Anche se per un certo periodo si è visti come la “novità del momento”, non è facile integrarsi bene e farsi delle vere e proprie amicizie: intanto si prova il desiderio di avere con le persone appena conosciute un rapporto come quello che si ha con gli amici rimasti a casa.
Certo la lingua non gioca proprio a favore, perché un conto è parlare l’inglese a scuola e riuscire a sostenere dei discorsi, ma un altro è trovarsi nella situazione di doverlo parlare tutti i giorni, per di più con i propri coetanei che non si preoccupano di rallentare e soprattutto utilizzano vari slang difficilmente comprensibili se non si è madrelingua. Quando si ha parlato per sedici anni la stessa lingua abituarsi a parlarne sempre, in ogni occasione una diversa, è estremamente difficile. Il lato positivo di ciò è che si è obbligati ad allenarsi e quindi a migliorare il livello della lingua straniera, mentre si impara anche ad amare sempre di più la propria lingua madre.
La nostalgia di casa è sempre difficile da gestire e continua a farsi sentire allo stesso modo per quanto ci si possa trovare bene nel posto in cui si sta vivendo. Ci sono sempre momenti in cui ci si ferma un attimo a pensare a quanto sarebbe bello essere nella propria casa con i propri genitori e i propri amici e per quanto si cerchi di non farlo, per evitare di cadere nella spirale della nostalgia, è inevitabile. L’importante è non farsi risucchiare troppo da questo vortice nostalgico e non basare ogni pensiero su questo argomento. La cosa positiva è che pensare a tutte queste cose fa apprezzare quanto si ha lasciato prima di partire e lo fa vedere sotto un altro aspetto che magari non era mai stato preso in considerazione prima. La lontananza dalla propria vita quotidiana gioca brutti scherzi perché si arriva a sentire la mancanza delle cose più improbabili: le litigate con i genitori per l’andamento scolastico o per l’ora a cui si dovrebbe spegnere la televisione, i battibecchi con gli amici, addirittura la scuola con i suoi corridoi così famigliari rispetto a quelli di una nuova struttura ancora da scoprire, le sue aule, la mensa e il cortile … Può sembrare strano e pazzesco ma è così. Per fortuna però la tecnologia viene sempre in aiuto con i suoi mezzi e grazie a Internet, con Skype, Facebook o semplicemente la buona e vecchia mail, è possibile rimanere in contatto un po’ con tutti, anche se certamente non è la stessa cosa che seguire dal vivo quello che sta accadendo nel proprio Paese.
Sebbene la tecnologia ci abbia dotato di tutte queste possibilità, la cosa migliore da fare quando si fa questa esperienza è concentrarsi il più possibile sulle cose che il Paese ospitante offre e cercare di entrare in contatto più che si può con la sua cultura, anche quando è molto diversa. Bisogna essere aperti a qualsiasi attività e non giudicare nulla prima di averlo provato, d’altronde se si decide di fare questo viaggio è anche per conoscere meglio gli usi e i costumi di un altro paese. Perciò quando si è arrivati a destinazione è bene godersi tutti i momenti e le novità che si incontrano, perché potrebbero essere occasioni uniche. Bisogna cercare di non rimanere troppo proiettati su cosa succede a casa, perché in fondo la famiglia e gli amici quando torneremo saranno lì ad aspettarci, ma le cose di cui non si è saputo approfittare nel vivo dell’esperienza non ci saranno più.
Miriam N. Diarassouba (4B)