Le cellule staminali sono cellule primitive, non specializzate e dotate della singolare capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Per cominciare a capire cosa esse siano, possiamo esaminare l’ etimologia della parola staminale: questo aggettivo deriva da stame, ossia ceppo, origine, stirpe. Si deduce quindi che queste cellule hanno a che fare con un origine, ma di che cosa? L’origine di tutto. In definitiva le cellule staminali sono alla base sia dello sviluppo dell’organismo prima della nascita, sia del mantenimento in vita dello stesso dopo la nascita. Penso che questo basti a giustificare il particolare interesse nei confronti di queste cellule. Proprio per questo motivo sono considerate curative e prodigiose, perché riescono a sostituire ogni cellula malata e assumersene le loro capacità e le loro caratteristiche. Così facendo possono rimpiazzare anche organi e tessuti cellulari. Queste cellule, dalla prima scoperta del 1960, hanno suscitato interesse e hanno aperto nuove frontiere alla medicina, che potenzialmente possono portare a soluzioni di molti problemi prima inimmaginabili. Ma da dove si prendono queste miracolose cellule? Fondamentalmente le si possono prendere nell’embrione che non abbia più di 150 cellule, dette embrionali, ma le si possono estrarre anche dai nostri tessuti, non si sa ancora da quali, ma sostanzialmente dal cordone ombelicale, dai bambini così come dagli adulti. Oggi non possiamo fare terapia, possiamo fare solo ricerca e fondamentalmente solo con le embrionali degli animali da esperimento. Certamente in altri paesi dove è permesso l’impiego degli embrioni si possono anche utilizzare le staminali embrionali, però vorrei sottolineare che in Italia oggi è possibile lavorare sulle cellule staminali embrionali anche umane. Purtroppo, essendo ancora in via sperimentale, non si sa che effetti abbiano sull’uomo nel momento in cui le si assumessero per una cura, quali danni o quali conseguenze ne possano derivare. Un ragazzo israeliano, che, con un iniezione di staminali a nove anni per la cura di una malattia che gli avrebbe tolto il potere di controllare i movimenti e la parola, gli sono stati scoperti due tumori a stretta provenienza delle cellule iniettate anni prima. Questo a messo in dubbio i loro potenziali poteri curativi. Tuttavia questo è solo un caso, e come dicono gli esperti che le stanno studiando su animali, solo alcune volte sui topi sono stati ritrovati alcuni tumori, ma tutti gli altri esperimenti sono andati a buon fine. Oggi si può già, negli altri paesi, curare il morbo di Parkinson e l’Alzheimer, ma in futuro si pensa che si potranno curare anche molte delle più gravi malattie mortali, quali la leucemia, l’ictus, le malattie cardiache, la paralisi e addirittura il cancro. Ma questo non è il solo modo di utilizzare le cellule staminali. Gli scienziati impiegati in queste ricerche stanno scoprendo sempre più punti in cui vivono queste unità biologiche all’interno del nostro corpo, e hanno fatto altre ricerche, e si sono posti altre domande: ma se le terapie basate sulla sostituzione delle cellule staminali non fossero affatto necessarie? E se fossimo in grado di manipolare le staminali esistenti, di favorirne la riproduzione e lo sviluppo nel paziente stesso? Comunque, in qualsiasi caso le si possano usare, in qualsiasi modo ci possano aiutare. Sono convinto che queste straordinarie cellule costituiranno la medicina del futuro, sarà l’argomento principale di dibattiti, un aiuto fondamentale per le prossime generazioni, porta aperta verso nuove scoperte e verso nuovi limiti da combattere.
Alessandro Burrone (1C)