“Selene, mi rendo conto della tua situazione, ma non posso far altrimenti: il tuo Infrader è stato revocato. Nel momento stesso in cui l’ho inserito al suo posto è arrivato un messaggio che diceva di revocartelo e di trattenerti qui con me. Lo sai che io farei qualsiasi cosa per aiutare una Salvatrice, ma ormai non ne ho più il potere …”
Concluse così, tristemente, il Fabbro Mastro, Capo della Stirpe dei Giudoni, Figlio di Colui che Forgiò le Armi.
E la povera, e disperata, Selene Zu Kralos, la Prima delle Tre Salvatrici, Regina della Foresta delle Ombre che Vedono, Figlia di Colei che ci Salvò dal Primo Attacco, non potè che rispondergli così : “ Non ti preoccupare, io capisco la tua di situazione. Ospitare e dare ausilio alle tre Salvatrici in questo periodo è … complicato..dacci almeno una bisaccia d’acqua, per le armi ci arrangeremo da un altro fabbro”
Il che Fu il Molto potente, diede loro le bisacce con l‘acqua, a ognuna caricò il medaglione, baciò in fronte la più piccola delle tre e l‘ultima cosa che vide furono tre lunghi lampi di luce, prima dell‘Oscurità.
“Selene, abbiamo un problema. Le mie dosi di Erbalunga scarseggiano e le energie di Dora sono ormai esaurite. Ti prego, fermiamoci qui: è un posto tranquillo, sento lo scrosciare del fiume qui vicino e pesci abbondanti; le erbe sono molte e così potremmo riposarci un poco.” Parlò e si fermò, in attesa della risposta della sorella, Clizia Zu Argos, la Seconda delle Tre Salvatrici, Regina del Bosco che Sa Curare, Figlia della Molto Potente.
“Hai ragione, Sorella. Scegli tu la radura. Chiedi a Dora di controllare il vento. Non voglio problemi durante la notte. Circonda la Kloralos di piante urticanti e.. vai al fiume a caricare di nuovo le bisacce, io cercherò di provvedere alle armi e monterò il Kloralos. A domani Sorella. Saluta Dora.” disse Selene. Poi prese la borsa estrasse il Kloralos, la loro dimora per quella notte, le armi distrutte, il medaglione, entrò e si concentrò per divinarLo un’ultima volta.
“Dora, sono io. Non mi attaccare. Sono io, e te lo dimostro. Io e te, quand’eravamo piccole, correvamo libere per i prati di Atenhes, mentre Selene si esercitava nelle armi. Io Controllo la Potente Floras e Faunas , tu i Cieli e i loro Poteri, la nostra Sorella Selene Controlla le Menti e Sa la Verità. Tutti sanno ciò è stato, nessuno sa cosa sarà e..”
Basta, ti prego.
“Va bene, scusami.. Ma dall’ultima volta, ho imparato a rispettare tutte le formule e soprattutto gli ordini di Selene … Ti ha chiesto di creare del vento intorno al Kloralos, mentre io farò provviste d’acqua. Chiederò inoltre ai pesci un po’ di energia, così da rifornirci..”
“E’ ancora arrabbiata?” la sorella Doralinda Zu Thenos, la Terza delle Tre Sorelle, Principessa dei Venti, Figlia di Colei che Comandava, chiese tristemente.
“E’ cambiata. Impartisce solo più ordini e tu sai quanto odi elevarsi sopra di noi..E’ fredda, non capisce che non è colpa sua, in parte colpa mia. Si concentra solo sulla Missione, non vuole neanche prendere dell’energia, è ormai..Spenta.”
Detto questo, chiese ai pesci del fiumiciattolo l’energia necessaria per tutto il viaggio, rifornì le bisacce d’acqua e Dora si concentrò per creare un potente vento intorno al Kloralos.
Eseguiti gli ordini, si diressero entrambe dalla Sorella.
“Rispondi, Cali, rispondi”, si concentrò Selene. Era lei che esauriva tutte le scorte di Erbalunga, solo per divinarLo, solo per vederLo un’ultima volta. La Prima delle Salvatrici stava lentamente morendo. Lei che era la Luce, che conduceva le altre verso la Missione, non era riuscita a salvare il suo unico Cuore: Colui che aveva il Cuore come il Suo, il Medaglione perfettamente uguale e simmetrico. Lui che la completava, che si univa a lei e combaciava. Lei non era riuscito a SalvarLo.
E si crogiolava lentamente nella sua perdita., nel senso di colpa. Ma, forse, non lo aveva perso completamente, no. Era caduto dall’Alto Monte, sotto la Spada dell’Esercito degli Uomini.
Era l’esercito dei mercenari che lavoravano per il Comandante; era lui l’uomo che aveva ridotto le loro terre in quella miseria. Dopo la prima ondata di tasse e carestie, la gente aveva deciso di ribellarsi, il Governo però aveva soppresso le rivolte e le proteste e “sedato” i protestanti. Tutti gli abitanti di Atenhes erano morti, tranne la Prima Salvatrice. Tutti gli abitanti di Dheelef erano morti, tranne la seconda Salvatrice. Tutti gli abitanti di Corikgnos erano morti, tranne la terza Salvatrice. Il loro compito era guidare la gente rimasta verso la Luce, il Nuovo Mondo. Il Comandante non aveva mai capito quanto loro desiderassero un’altra vita per la loro gente, senza volere la sua distruzione. E per questo le aveva sempre cacciate e confuse. Le confondeva con tranelli e tentazioni. Loro non dovevano, però, perdersi nell’Oscurità, questo era l’ardua Missione. Tutte possedevano la Luce, senza però poterla controllare. E in una di loro la luce si stava spegnendo tragicamente.
“Sveglia, Selene, sveglia”..ma la ragazza non si svegliava. Erano giunte appena in tempo da vedere la sorella cadere lentamente a terra, l’impatto attutito dalla Forza del Medaglione. Dora era riuscita a percepire il suo ultimo bagliore di potere, prima che il Cuore che Ognuno Ha emettesse il suo dolce tintinnio. Era il rumore dell’incontro tra Suo e quello che custudiva, quello di Cali.
Le sorelle capirono chi era che esauriva tutte le scorte dell’erba più cara e preziosa. Forse in cuor loro lo avevano sempre saputo.
“Selene, svegliati, svegliati..”
Si svegliò di soprassalto, Selene Zu Kralos, la Prima delle Tre Salvatrici.
Non c’è tempo da perdere, disse appena sveglia e il gruppo riprese il suo cammino. In silenzio. Tutte e tre le sorelle erano consce del pericolo che avevano corso. Nessuna delle tre poteva sopravvivere senza le altre due.
“Sta bene, ragazze devo dirvi una cosa.”
In silenzio, le altre due si fermarono in attesa di ordini o disposizioni, ma non arrivarono.
“Ragazze, Sorelle, ho divinato con tutte le mie energie Cali, ho cercato in tutti i monti, i laghi, i fiumi e le spiagge che avevamo visitato insieme, perché solo quelle riesco a Vedere. Ho trovato la sua energia e il Suo Pezzo di Cuore non lontano da Atenhes, in una grotta vicino al mare. L’ho visto era lì, e mi stava aspettando. Lo sapete, viaggerei mondi interi pur di sentirlo, riaverlo. Voi non potete comprendere, non avete un Lui Che Ti Completa, non capite l’energia profonda che provavo solo guardandolo in quei suoi occhi violacei, per questo la mia Anima è del colore dei suoi occhi. E ora non posso più viverne senza.
È come se tu, Seconda Sorella, vivessi senza l’energia dei tuoi girasoli, o come se tu, Terza Sorella parlassi sempre da sola, invece che danzare nei Venti.”
A entrambe scappò un gemito di dolore, spilli invisibili punsero gli occhi a mandorla e lacrime bagnarono la pelle scura.
“E’ come se un pugno invisibile colpisse per sempre i vostri occhi, o una mano potente tirasse i vostri lunghi capelli..Niente, niente è paragonabile al non vederlo più. Ora come mai sento il suo Cuore cantare per me, mai sentito un richiamo così forte. E non posso fare a meno di assecondarlo. Quindi vi chiedo, Sorelle, lasciatemi andare, e tra tre giorni sempre sul colle di Atenhes ci ritroveremo, dove apriremo le porte della Città di Luce.”
“Sorella, non possiamo né trattenerti, né impedirti di andare, quindi è con tutto il mio Cuore che ti dico va..”parlò Clizia.
“Con tante parole hai colpito il nostro animo e parlo anche a nome dell’altra Sorella, dicendoti che con ansia ti aspetteremo sull’Alto Colle tra tre giorni..”
Si guardarono negli occhi profondi e chiari un’ ultima volta, come si conviene, e toccarono l’una il Medaglione dell’altra, per poi posare la mano sul Cuore.
Si dice che solo una di loro avesse capito cosa sarebbe successo di lì a poco, ma per la solennità del momento o per commozione provata, non proferì parola e decise di tacere.
“Selene ci ha dato degli ordini e noi li seguiremo uno a uno Clizia, non intendo controbattere. Lei Che Sa la Verità, ci ha detto di chi fidarci e di chi no. I nostri Infrader sono stati bloccati, e con ciò non possiamo comprare niente, e tu sai che appena li useremo il Comandante saprà dove siamo e ci manderà a cercare. Sono troppo stanca e noi siamo troppo deboli e sprovviste di armi per poter sostenere un attacco di molti uomini pronti e ben armati. Quindi seguiremo questa via, anche se più lunga, per non trovarci in un intoppo. Proseguiamo”
D’accordo, seguiamo gli ordini.
Le sorelle usavano il Loro Linguaggio solo in tre casi, inconsciamente, senza la volontà di farlo: quando erano molto tristi, quando erano arrabbiate e come meccanismo di autodifesa. Questo era uno dei tre casi.
Corsero veloci per tre lunghe ore dalla loro prima sosta e giunsero a un vecchio edificio abbandonato dalla scritta incomprensibile: “ShUoiPhrEgRMfgAtRKtEgT”
Tentarono di scrostare tutti i sedimenti e le sbarre di titanio che sprangavano l’entrata e il cartello.
“C’è scritto..SU..SUPER..supermarket mi sembra. Dovrebbe essere un cartello appena antecedente alle Molte Guerre e al Primo Attacco.”
Non si curarono molto della scritta e entrarono.
Sei sempre più vicina a me, mio cuore.
Sì, lo sentiva. L’incontro delle loro energie stava aumentando la forza nelle membra di Selene, o forse perché era il primo plenilunio della stagione e Selene stava attingendo le forze dalla suo Elemento base: la Luna.
Si era tolta i sandali, e la borsa l’aveva nascosta in un anfratto, vicino all’entrata degli scogli; non aveva bisogno di armi, con tutta quella carica in corpo avrebbe potuto uccidere un battaglione ben armato di mercenari. Non aveva bisogno di medicine, avrebbe potuto prendere le cure dalle piante che sentiva di conoscere sempre meglio.
La forza che aveva si chiamava felicità, aumentava quanto più lei sentiva di avvicinarsi al lui.
Sei sempre più vicina a me, mio cuore.
L’ultimo scoglio, prima della baia. Con un balzo scavalcò un rivolo d’acqua salmastra che si infiltrava tra le rocce. Un occhiata veloce alla vita sottomarina, adesso irrilevante.
Sempre più veloce si arrampicò. E due volte cadde e il sangue scese sui vestiti violacei.
E sempre più ansimante ma felice, raggiunse la cima della montagnetta e entrò nella grotta.
Dormirono due notti in quello strano posto, pieno di strane cose all’interno. Non importava molto il posto, quanto fosse in una posizione comoda da scorgere eventuali agguati da parte dei mercenari. Selene aveva ragione, non ci furono grandi problemi in quei due giorni. Uscirono da quel posto freddo, per riabbracciare la ormai consueta oscurità. A loro, cittadine di Luce, mancava come a tutti il caldo tepore del Sole di Graekia. La luce negli occhi, il mattino, e la sagoma accogliente, il tramonto.
Ma si erano rassegnate alla presenza del buio senza dimenticare che erano loro a portare la Luce. Ogni persona che incontravano, che non fosse già stata toccata dal Buio, era destinata a compiere azioni benevole, a portare un po’ di felicità agli altri e appagamento quando compiva un atto buono.
Così cercavano di parlare con più persone possibile, per non essere sole nella loro Missione. Anche se ormai era difficile trovare qualcuno non toccato dal buio.
Dopo il secondo giorno, abbandonarono il freddo rifugio per ritornare al posto dell’incontro.
“Cali??”
Amore, sei tu?
Fece in tempo a voltarsi e vedere due grandi e profondi occhi violacei portarla nel buio.
“Questo è il posto, questa è l’ora. Se tra tre ore non la vedremo spuntare da quel colle, ce ne andremo”
Non credo proprio! rispose Doralinda.
E fu per questo breve litigio che aspettarono ben due giorni più il necessario.
Il terzo giorno, oltre il dovuto, concentrate per sentire l’energia della sorella, scorsero dapprima un lieve accenno di vita, poi un lungo e interrotto flusso di potente energia.
Aprirono i grandi occhi a mandorla e, contemporaneamente, videro la chioma della sorella spuntare dal colle.
Le vide finalmente e non vedeva l’ora di raccontare cos’era successo. Dell’amarezza che aveva provato all’inizio e della felicità raggiunta quando aveva capito cosa Lui voleva fare.
Ormai erano una cosa sola, l’aveva capito solo dopo. Lui era morto quand’era caduto dalla montagna. Ma era sopravvissuto dentro di lei. Lei che aveva deciso di non abbandonarlo, di non lasciarlo andare. E Lui l’avrebbe aspettata fino a quando lei non avesse capito la sua idea. Fondersi in un unico essere. Una sola cosa. Lui in lei, in un corpo, nello stesso Cuore, che condividevano comunque da vivi, ma le due entità separate.
Finalmente insieme. Per sempre.
“Attenzione al fuoco, Clizia” ammonì Selene.
Era ritornata la vecchia Selene, quella prima dell’incidente. Si preoccupava ancora delle sorelle, potenti come lei.
“Selene, Clizia ha la tua stessa età e penso possa badare a un piccolo fuocherello”, rise di lei Dora. Era un po’ complicato abituarsi al nuovo aspetto di Selene e alla sua nuova e inaspettata energia. I suoi occhi erano diversi, euforici…uno viola. Le sue braccia riuscivano a alzare pesi più pesanti e si concentrava più facilmente con ottimi risultati. Ogni cosa era una leggerezza per Loro.
Tre giorni dopo il giorno da Loro concordato, il gruppo si mosse verso Atenhes, tutti consapevoli che il lungo viaggio fosse giunto al termine. Dovevano aprire le porte della città di Luce e permettere a tutti di entrare.
Questo richiedeva una notevole energia e sapevano benissimo che il Comandante aveva posto dei battaglioni proprio nel punto designato per i Cancelli della Città.
Scorsero le rovine di Atenhes solo quando tutte e tre le Sorelle (più il membro aggiunto) iniziarono a piangere. L’empatia delle tre Sorelle era sbalorditiva: si commossero percependo lo strazio della gente ormai morta, di tutti coloro che avevano lasciato quella terra.
Non si fermarono neanche un istante a contemplare la città, partirono tutte correndo verso il Luogo del Cancello, Selene in testa alla corsa, le altre due con lo stesso passo.
Puntarono i medaglioni verso sud, est, ovest e si misero ai loro posti.
Concentrati mio cuore, possiamo farcela.
“Selene, inizia”, incitò Dora.
“Si aprano le Porte della Città di Luce, si creino i Cancelli inviolabili, che li passino solo i Puri, come è stato scelto per me, Selene Zu Kralos, la Prima delle Tre Salvatrici, Regina della Foresta delle Ombre che Vedono, Figlia di Colei che ci Salvò dal Primo Attacco, come è stato scelto per le mie Sorelle, Clizia Zu Argos, la Seconda delle Tre Salvatrici, Regina del Bosco che Sa Curare, Figlia della Molto Potente e Doralinda Zu Thenos, la Terza delle Tre Sorelle, Principessa dei Venti, Figlia di Colei che Comandava!”
Si unirono le Tre Sorelle al canto per invocare l’apertura al Futuro e non seppero cosa sarebbe loro accaduto.
La prima, che una lancia colpì, fu Dora, la Signora dei Cieli.
La seconda, che una lancia colpì fu Clizia, la Signora dei Fiori.
L’ultima, che una lancia colpì, fu Selene, la Signora della Luna, Colei che tutto Vede.
Fu così che morirono le Tre Sorelle e nessuno si ricordò più di loro.
Chiara Carrera (1C)