Ogni due o tre mesi i giornali titolano a caratteri cubitali che si tornerà presto discutere della legalizzazione delle droghe leggere e, in particolare, della cannabis, il cui consumo è notevolmente in crescita sopratutto tra i giovani.
In questa Babele di opinioni che si accavallano, forse è il caso di fare un po’ di chiarezza. Essere contrari alla legalizzazione non significa demonizzare una sostanza che viene sperimentata anche in ambito medico. Avere delle perplessità è più che legittimo, considerando che stiamo parlando di una droga, benché leggera.
Walter Fratta, ordinario di farmacologia dell’università di Cagliari, spiega come la cannabis possa essere definita una sostanza a due facce. Il suo più noto principio attivo, il Delta-9-tetraidrocannabinolo (detto THC), possiede delle potenzialità terapeutiche perché si tratta di un ottimo anestetico. Da tempo ormai è in corso un’attenta sperimentazione per poter introdurre delle terapie e dei trattamenti palliativi a beneficio dei malati terminali nei confronti dei quali molti altri farmaci non hanno effetto. Un uso eccessivo però, invece che produrre un aumento delle endorfine, avrebbe pericolosi effetti collaterali sulla salute. Proviamo ad elencarli.
In primo luogo, la cannabis provoca dipendenza. Troppo spesso sembriamo dimenticare che parliamo di una droga, una sostanza che porta all’abuso. L’uso regolare crea un circolo vizioso che conduce al consumo eccessivo con conseguente tossicità per l’organismo. La coordinazione tende a peggiorare, talvolta irreparabilmente, con conseguente aumento del rischio di incidenti di notevole entità per chi si mette al volante. Inoltre, è stata evidenziata una correlazione tra l’uso di marijuana e lo sviluppo di patologie psicotiche o schizofrenie anche in età adulta, a distanza dal periodo di consumo, ma solo per soggetti con una certa predisposizione. Il motivo è che il cervello dell’adolescente non ha ancora raggiunto una maturazione completa, e l’uso di cannabis può modificarne la struttura e le funzioni.
Pur considerando che la legalizzazione comporterebbe un maggior controllo rispetto alla distribuzione della cannabis, non si potrebbe certamente evitarne il possibile abuso. Così come non sarebbe possibile impedire il commercio illegale. Basti ricordare che oggi vengono venduti sia alcolici che sigarette anche a chi non ha l’età legale per il consumo. Vale dunque davvero la pena legalizzare? Possiamo pensare di esporci a un così grande rischio, per un momento di fuga dalla realtà?
Beatrice Cagliero