Molti anni fa, agli inizi della nostra vita, scoppiava la guerra tra Ragione e Sentimento. Un conflitto tuttora in corso.
La Ragione si faceva molte domande sull’astrazione che la circondava, sull’amore che dava forma e ragione al mondo. Nonostante gli innumerevoli tentativi di capirci qualcosa, qualsiasi risposta continuava a rimanere per lei una porta socchiusa (che come diceva Leopardi, e’ molto più’ poetica di una totalmente spalancata) e non riusciva a sopportarlo a causa delle sue manie di controllo. Allora un giorno, si decise e andò a parlarne col diretto interessato. “Cuore, porta e custode dei sentimenti, illuminami e dimmi cosa vuol dire amare. Per troppo hai sofferto per persone che ti hanno trattato male, abbandonato; però hai anche ricevuto amore da altre. Ma io, qui, ora, ti chiedo cosa vuol dire amare una persona che non ha nessun legame di sangue. Una persona sconosciuta, che poi diventa unica. A cui pensi sempre, a cui vorresti donare il pezzo più importante e vitale di te e dire: “senza non ce la farei, ma se lo custodisci tu, potrei addirittura vivere meglio”. Questo dubbio mi attanaglia da un po’ e vorrei trovare una risposta”.
Rispose poi così, il Sentimento alla Ragione: “Mente, sede della razionalità, tu non lo saprai mai. Non è compito tuo, non regoli questo genere di funzioni. Mi dispiace non poter esserti di nessun aiuto, ma no ho le risposte nemmeno io. Quando sarò pronto te lo comunicherò e tu dovrai solamente muovere le labbra, porte del respiro”. Il Cervello era ancora più confuso, non riusciva a trovare una spiegazione logica. E stava proprio lì il problema: in amore non esiste assolutamente nulla di razionale. Il Cervello, con la sua mania di dover controllare ogni funzione, catalogare ogni processo, schedare e numerare come in una catena di montaggio, si era dimenticato la parte fondamentale.
L’Amore deve essere libero di esistere, senza nessuno che ne prenda il controllo e lo governi: anarchico, vero, puro. Senza regole, perché regola è egli stesso.
Iris Sanna