Dal 6 al 12 ottobre la classe 4L del Convitto Nazionale Umberto I ha avuto la possibilità di partecipare ad uno scambio culturale con 21 ragazzi provenienti dalla città di Cuijk, in Olanda. Per sei giorni i ragazzi olandesi sono stati ospiti di quelli italiani, e nell’ arco di questo periodo si sono dovuti adattare alle abitudini e alla cultura italiana. Per l’occasione i redattori dell’ Umbertimes hanno intervistato due dei diciotto studenti italiani che hanno raccontato la loro esperienza.
Ciao ragazzi, come avete vissuto questo scambio?
Paolo: Prima di tutto ci terrei a sottolineare che è stata un’ esperienza nuova per me, perchè non ho mai avuto la possibilità di avere un ospite a casa. È stata un’ esperienza diciamo travagliata, ma ugualmente bellissima.
Fabio: Sicuramente è stata un’ esperienza formativa, comunque bisogna tenere conto che questa è solo la prima parte dello scambio, per la seconda fase bisognerà attendere il mese di aprile. Oltre al fatto che questo scambio ha permesso di accrescere la fama di Torino all’ estero, credo che i ragazzi olandesi abbiano potuto assaporare quella che è la nostra realtà quodidiana: ci si sveglia presto, ci si prepara, si prende un caffè con gli amici e si va a scuola.
Quali sono stati i principali problemi riscontrati?
Paolo: La tempistica: bisognava organizzarsi per le diverse uscite, imparando a pensare per due, cosa non affatto semplice per un figlio unico.
Fabio: Ospitando una persona di sesso opposto, ovviamente ci sono stati dei momenti iniziali di lieve imbarazzo e disagio: ci sono dei tempi diversi di preparazione, soprattutto per il bagno. Ho avuto la fortuna di ospitare una persona molto affine con quelli che sono i miei ritmi e abitudini. La mia corrispondente era piuttosto loquace, non ci sono stati particolari momenti di silenzio imbarazzante e la lingua non è stata assolutamente un problema, anzi un ponte di comunicazione.
Questo scambio vi è stato quindi utile dal punto di vista linguistico?
Paolo: Certamente. Oltre ad aver fatto pratica con l’inglese , ho anche imparato alcune parole del lessico olandese come “Hallo”, “Goedemorgen”.
Fabio: Sì, escluse le prime difficoltà iniziali nel comunicare in inglese con la mia corrispondente, nei giorni successivi abbiamo acquisito dimestichezza e fluidità nel parlare.
Come sono stati i rapporti tra voi, come si è approcciata con la vostra famiglia?
Paolo: Con i miei genitori è stata molto cordiale, ringraziava sempre, con me invece era distaccata e non parlava molto, forse per la timidezza o forse perchè avevamo abitudini diverse e io ho bisogno dei miei spazi. In più spesso quando era in compagnia di altri olandesi, parlava nella propria lingua e non in inglese, non rendendomi sempre partecipe delle loro conversazioni.
Fabio: Io invece mi sono trovato piuttosto bene, è stata molto educata con la mia famiglia e i rapporti tra noi erano buoni.
Quindi è importante sottolineare che durante questi tipi di esperienza, non sapendo a cosa si possa andare in contro, bisogna sapersi adattare allo stile di vita del proprio corrispondente. Ritenete che i vostri ospiti siano stati coerenti con lo spirito dello scambio?
Paolo: Più o meno, perchè la mia ospite non si è adattata completamente ai miei ritmi e a quelli dei miei genitori.
Fabio: La mia corrispondente invece si è adattata perfettamente. Lo scambio è una cosa che fa bene, sicuramente si impara ad apprezzare altre culture e a conoscerle. Personalmente lo rifarei più e più volte.
Cecilia Achino e Annalisa Riva