Fahrenheit 451 è un cult del genere distopico, che critica la società attuale. Invita a riflettere e dimostra il ruolo della cultura e del libero pensiero nella costituzione di una società più giusta e aperta. Guy Montag è un “milite del fuoco” che crede di amare il suo lavoro perché questo gli dà un senso di potenza, ma la verità è che ha una vita alquanto monotona e priva di emozioni: brucia i libri, vietati da una legge che ne proibisce la lettura e il possesso. In una società come questa, una minoranza nasconde i libri a casa, mentre la restante parte è succube dei mass-media. Il romanzo, infatti, mette al centro anche il ruolo di questi ultimi e il come influenzano maggiormente la nostra visione dell’insieme, stravolgendola in tutti i suoi aspetti. Un libro davvero lungimirante, scritto più di sessant’anni fa, ma che, nonostante il cambiamento radicale del mondo, sembra parlarci dell’oggi e delle problematiche che quotidianamente viviamo. Ha il pregio dunque di farci comprendere come il contesto sociale nel quale viviamo non sia poi cambiato così tanto.
Un piccolo esempio? Tanto per stimolare un po’ la lettura? Leggiamolo in presa diretta: “[…] perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive”.
Parole dure, taglienti, ma tremendamente vere, che rispecchiano in tutto e per tutto l’essenza drammatica del libro e la sua visione della società moderna.
Un libro assolutamente da leggere, da cui farsi scottare, senza farsi bruciare completamente.
Asia Filomeno, Evangeline Busso, Cristiano Colucci.