L’Europa chiede i soldi, noi invece le diamo la musica

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1 maggio 2012 E’ il primo maggio e a Roma è una gran festa: i negozi sono chiusi, la gente si riversa nelle vie del centro e la metropolitana è inutilizzabile. Sono tutti diretti a piazza San Giovanni in Laterano dove, come da consuetudine, si terrà il concertone organizzato dai principali sindacati italiani (CIGL, CISL e UIL) per festeggiare la giornata tutta dedicata ai lavoratori.
Il grande palco che ospiterà l’evento è pronto da un paio di giorni e partecipanti sono arrivati da tutta Italia per assistere a quello che è considerato il più grande evento live gratuito d’Europa.
Piazza San Giovanni alle dieci di mattina è già stracolma, il concerto inizierà alle tre, ma il fomento è tanto sotto quel caldo sole di Roma. Tutti aspettano solo la musica. Arriva l’ora di pranzo che insieme al morso della fame si porta anche il vento, le nuvole e infine la pioggia. Nessun problema: non saranno mica due gocce a demoralizzare coloro che aspettano questo concerto non solo da qualche ora, ma da mesi. Così si continua ad aspettare tra k-way colorati e ombrelli comprati a pochi euro quando finalmente intorno alle due e mezza un volto sconosciuto sale sul palco: “Benvenuti e buon primo maggio!” urla dalla folla. La pioggia continua incessante ma gli animi sono più caldi che mai. Un deejay sale sul palco, ci si alza in piedi, la musica inizia, si salta, si canta sotto l’acqua e poi, come per miracolo, sotto le note de Il cielo è sempre più blu si intravede un raggio di sole. Smette di piovere, gli ombrelli si chiudono e inizia ufficialmente il grande concerto del primo maggio.
I gruppi emergenti si susseguono per un’ora sul palco e alle quattro arrivano loro, i grandi protagonisti di quest’edizione 2012: Francesco Pannofino e Virginia Raffaele che quest’anno presenteranno l’evento. Salgono sul palco, portando ancora più emozione di quella che già regnava. Augurano un buon primo maggio e sdrammatizzano: “L’Europa ci chiede i soldi, noi invece le diamo la musica” esordisce Virginia Raffaele.
Il concerto è eccezionale, artisti come Il Teatro degli Orrori, i Sud Sound System, i The Toys Orchestra, ma anche nomi internazionali come gli Stom e i Young the Giant, salgono sul palco. Inoltre ci sono gli omaggi a due dei più grandi cantautori italiani: Fabrizio De André e Lucio Dalla. E così la prima parte della giornata si conclude sulle note di Cought Syrup, ma il meglio deve ancora venire: sarà infatti la sera, dopo la pausa di un’ora per il telegiornale, a emozionare ancora di più. Arrivano gli artisti più attesi tra cui Caparezza, il cui show è indescrivibile, che farà alzare a 800.000 persone il dito medio come simbolo di saggezza e forse non solo. Subentra poi la novità di quest’anno: l’orchestra sinfonica di Roma, diretta dal maestro Mauro Pagani, esegue dieci pezzi della storia del rock da Bob Dylan ai Rolling Stones, dai Pink Floyd agli Who. E poi ci sono i Beatles, con Noemi che canta Hey Jude, si finisce di festeggiare qualcosa per cui al giorno d’oggi tutto ci sarebbe tranne che da festeggiare: il lavoro scarseggia, il tasso di disoccupazione aumenta ma il primo maggio si prova ad essere positivi. Così 800.000 persone, giovani e non, cantano “Hey Jude don’t make it bad, take a sad song and make it better, remember, to let her into your heart, then you can start to make it better” abbracciati l’uno all’altro, con le mani alzate e con la speranza che il futuro abbia in serbo qualcosa anche per loro. Infondo quest’anno il tema del concerto era “La musica del desiderio – la speranza, la passione, il futuro”. Non c’è modo migliore per riassumere ciò che è stato il primo maggio a Roma in piazza San Giovanni.

Sofia D’Angelo (5C)

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