C’è un limite alla libertà di informazione? Una questione delle più attuali in tutto il mondo occidentale e particolarmente nel nostro paese. Quante volte capita di imbatterci in articoli, in servizi televisivi o in reportage che spolpano morbosamente ogni aspetto della vita privata di chi, talvolta anche proprio malgrado, diviene persona nota? Quanto spesso sentiamo porre l’odiosa domanda “Lei perdona?” a chi ha appena perso un figlio? Problemi che stanno a cuore anche a chi, fra i giornalisti, è più sensibile ad una maggior tutela della dignità di ogni persona.
Questo è stato il tema centrale della conferenza “La libertà di informazione e la tutela della persona” tenutasi il 16 Aprile a Benevento, nel corso della premiazione per la X edizione del concorso “Fare il Giornale nelle Scuole”, promosso dall’Ordine dei Giornalisti. Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine, e Carlo Maria Lo Savio, inviato speciale del Tg2 in zone di guerra, hanno discusso con gli studenti di queste importanti tematiche.
Iacopino ha esposto i numerosi passi avanti fatti dall’Ordine a tutela della dignità dell’individuo. Pietra miliare del rapporto fra informazione e protezione dell’infanzia è stata la Carta di Treviso, che dal 1990 è parte del codice deontologico. Da allora l’Ordine dei Giornalisti ha sanzionato con sospensioni e radiazioni quanti hanno pubblicato foto lesive della dignità dei minori. Nonostante ciò, la sfrenata ricerca dell’audience, unita ad un morboso gusto del macabro, non si è arrestata: un triste esempio sono le foto di Sarah Scazzi pubblicate in rete.
Proprio il web, nuova frontiera dell’informazione, nasconde particolari insidie per la salvaguardia della dignità della persona: oggi chiunque grazie alle reti sociali può diventare autore o divulgatore di notizie. Ciò, certo amplificando le possibilità, porta però anche ad un aumento dei rischi, quali il bullismo digitale e l’assenza di verifica o prudenza nella divulgazione. Iacopino faceva un implicito ma chiaro riferimento ai recenti alterchi con Grillo, che ha definito inutile l’Ordine dei Giornalisti.
Valerio Pace (4D)